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Più che i canonici stracci, ormai nella galassia pentastellata volano soprattutto le carte bollate. Perché la telenovela degli iscritti al M5s – il cui elenco e i cui dati sono di “proprietà” dell M5s ma sono in possesso dell’associazione Rousseau e quindi di Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, che non li vuole cedere – si arricchisce ogni giorno di nuovi fermo immagine ma appare ancora lungi dallo sbrogliarsi. Intrappolando così Giuseppe Conte e il suo progetto di rifondazione del movimento in senso europeista e ambientalista, annunciato più di una volta e più di una volta fermatosi sulla soglia di Rousseau. Ma procediamo con ordine. O almeno proviamoci.

Rousseau e i debiti non saldati: 450mila o meno di 200mila?

Intanto Rousseau chiede da mesi al movimento 450mila euro di debiti da saldare (versamenti non fatti dai parlamentari) per continuare a usare la piattaforma per le votazioni degli iscritti e/o per chiudere il rapporto tra le due entità, mentre per il movimento il debito è poco sotto i 200mila euro perché non vanno considerati i versamenti non effettuati dai parlamentari nel frattempo usciti o espulsi. Ma il motivo giuridico per cui Casaleggio non vuole consegnare il prezioso elenco è che al momento non esiste un rappresentante legale del M5s: il mandato di reggente di Vito Crimi è scaduto e il nuovo direttorio a cinque previsto dallo statuto, recentemente cambiato in tal senso, non è mai stato nominato (la votazione è stata bloccata da Beppe Grillo che, alla caduta del Conte 2 ormai quattro mesi fa, indicò proprio nell’ex premier il nuovo futuro leader del movimento).

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Il M5s “acefalo” e la questione degli iscritti contesi: la tempesta perfetta

Un M5s acefalo, dunque: condizione che è stata confermata il 5 maggio scorso con la sentenza della Corte d’appello di Cagliari che, dichiarando non ammissibile il reclamo di Crimi contro la nomina di un curatore legale nella persona dell’avvocato Silvio De Murtas, ha di fatto certificato che il partito politico che esprime il primo gruppo parlamentare è senza un soggetto legittimato a rappresentarlo. La strada più razionale, anche se lunga, sarebbe stata quella di eleggere intanto il direttorio a cinque tramite la piattaforma Rousseau per poi procedere a un nuovo cambio di statuto per ripristinare la figura del capo politico e incoronare infine Conte: ma questa strada è stata sbarrata prima dallo stesso Casaleggio, che ha rivendicato il saldo dei debiti come condizione per poter continuare a usare la piattaforma Rousseau, poi dallo stesso Conte, che ha suggellato il divorzio annunciando che la nuova votazione sarebbe avvenuta con l’ausilio di un’altra piattaforma. Ma la scappatoia immaginata da Conte e dai dirigenti del M5s – ossia bypassare Rousseau e votare il nuovo statuto, la nuova carta dei valori e il nuovo leader su un’altra piattaforma – è comunque sbarrata: l’elenco e i dati degli iscritti, pur appartenendo al movimento, sono nelle mani di Casaleggio, il quale non li consegna perché non c’è «alcun rappresentante legale politico». L’incastro perfetto, la tempesta perfetta.

Sorgente: Iscritti contesi tra M5s e Rousseau: cosa c’è dietro lo scontro che blocca Conte – Il Sole 24 ORE

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