0 3 minuti 3 anni

Soddisfatti per lo stop agli appalti al massimo ribasso, ma delusi per lo sblocco dei licenziamenti. Oggi Cgil, Cisl e Uil tornano in piazza Montecitorio a protestare per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma se il segretario della Cgil Maurizio Landini minaccia lo sciopero generale, il leader della Cisl Luigi Sbarra in un’intervista alla Stampa dice che «non servono tensioni, bisogna eliminare contrapposizioni, perché bisogna sostenere la ripartenza».

Nella riunione di ieri con il premier Mario Draghi, è stato raggiunto un compromesso sul decreto semplificazioni, ma quella data del 30 giugno, quando si aprirà ai licenziamenti nelle grande imprese dopo il vano tentativo di mini-proroga del ministro Orlando, viene temuta dai sindacati come uno tsunami occupazionale. Le sigle continuano a chiedere una proroga generalizzata almeno fino a fine ottobre, gli industriali si oppongono parlando di un congelamento dell’economia.

«Il testo approvato nel Consiglio dei ministri è un pasticcio frutto della mancanza di dialogo e di concertazione», dice Sbarra. «Ha bisogno di profondi cambiamenti e di miglioramenti. Secondo noi la misura è debole, largamente insufficiente e sicuramente non riesce ad arginare il rischio della perdita di centinaia e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Bankitalia parla di 577mila posti a rischio, ma gli stessi ambienti di governo confermano queste stime, e non a caso anche i partiti che sostengono il governo nei giorni scorsi in Parlamento hanno presentato emendamenti per chiedere una proroga, alcuni anche sino a fine anno. C’è la consapevolezza che la fine del blocco possa rappresentare uno tsunami occupazionale, una bomba sociale. Dopo aver già perso un milione di posti è un lusso che non ci possiamo permettere».

Il governo dice di aver raggiunto, con la nuova norma, una mediazione equilibrata. Ma Sbarra dice: «No. È mancata proprio la mediazione sociale. Per questo non condividiamo la soluzione anche per una ragione di metodo: oggi, come 14 mesi fa, abbiamo ancora davanti tanta occupazione precaria, ammortizzatori non rinnovati, politiche attive non avviate e non abbiamo un piano nazionale per la formazione e la crescita delle competenze».

E quindi come se ne esce? La proposta è sempre quella: «Bisogna spostare in avanti a fine ottobre la fine del blocco per tutti e occorre lavorare per riformare gli ammortizzatori sociali, avviare le politiche attive, finanziare un piano per la formazione, allungare la durata della Naspi togliendo il décalage. E poi bisogna fare un forte investimento sui contratti di solidarietà, sia difensivi che espansivi. L’obiettivo deve essere zero licenziamenti».

Sorgente: Il segretario della Cisl frena Landini e dice che non è il momento di scioperare – Linkiesta.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20