0 4 minuti 3 anni

Repressione, torture, violenze sessuali, massacri dei leader sociali, riforme imposte dal FMI, strategie paramilitari: è necessaria una grande mobilitazione di solidarietà internazionale per sostenere le rivendicazioni popolari e fermare il massacro in corso

Pochi giorni prima dell’inizio del Paro Nacional Indefinido, il Consejo Regional Indigena del Cauca – CRIC aveva dichiarato la Minga Hacia Adentro, spazio di organizzazione, discussione e azione delle comunità indigene, dedicata alla lider indigena Sandra Liliana Peña Choucué, assassinata lo scorso 20 aprile presso la comunità Laguna Siberia, nella regione del Norte del Cauca. Sandra Liliana si opponeva alla trasformazione della coca, la pianta ancestrale dei popoli originari andini, in cocaina, e per ricordarla il CRIC aveva deciso di occupare alcuni dei territori utilizzati dal narcotraffico, sradicare le coltivazioni di coca e scontrarsi con gli attori armati che controllano questi luoghi.

Sandra Liliana Peña Chouché fa parte della lunga lista di 1167 leader sociali assassinati dalla firma degli accordi di pace del 2016 a oggi, a cui occorre aggiungere le 28 stragi del 2021 e i 91 massacri del 2020 (Indepaz, 2021), ed infine le violenze compiute nelle ultime settimane dalla forza pubblica, dalla polizia all’ESMAD fino ai militari durante le proteste del Paro Nacional, dove gli agenti continuano a sparare sulla folla per ordine di Ivan Duque, presidente della Colombia, dopo essere stati istigati dall’ex presidente Alvaro Uribe, che aveva lanciato un invito all’uso delle armi contro i “vandali e terroristi” con un tweet, successivamente eliminato.

Emerge quindi chiaramente come la volontà del governo non sia quella di difendere il paese dall’avanzata paramilitare e guerrigliera; piuttosto, questi numeri ci parlano dell’eredità paramilitare uribista dell’attuale governo.

Lo sciopero nazionale indefinito, iniziato il 28 aprile e ancora in corso, è iniziato dopo la proposta di una nefasta riforma tributaria, ma le ragioni della protesta sono anche tante altre, a partire dal pacchetto di riforme del sistema sanitario, del lavoro e delle pensioni, che aumenterebbero ulteriormente la disuguaglianza sociale, comportando perdita di diritti e mercantilizzazione della vita. Altro motivo centrale della protesta, le violenze di Stato e le continue violazioni degli Accordi di Pace, che hanno aumentato del 52% gli omicidi mirati dei e delle leader sociali. Intanto nelle piazze si denunciano gli abusi polizieschi e si rivendica lo smantellamento dell’Esmad, il tristemente noto Escuadrón Móvil Antidisturbios, che ha causato decine di morti negli ultimi anni.

Il governo dell’ultradestra degli ultimi anni ha portato avanti una economia della fame e della miseria, dando priorità agli interessi del mercato invece che ai diritti sociali. La strategia del paramilitarismo come strumento di controllo parallelo del governo nazionale durante i governi dell’ex presidente Alvaro Uribe Velez ha provocato 6402 cosiddetti “falsos positivos”, quei civili, soprattutto abitanti dei quartieri popolari, sequestrati e uccisi dai militari per poi essere presentati come guerriglieri caduti in combattimento per accrescere le statistiche della lotta contro la guerriglia. L’ex presidente Uribe continua a influenzare profondamente la politica statale dell’attuale presidente Ivan Duque, che mostra sempre di più le caratteristiche di una dittatura paramilitare e genocida.

Sorgente : http://www.osservatoriorepressione.info/colombia-prove-tecniche-dittatura/?fbclid=IwAR2eeSHsZifi8KYbEImoKPsz1o9_074HVPlprPucKatmoIorrhxRemVmSU8

Sorgente: Colombia, prove tecniche di dittatura – Osservatorio Repressione

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20