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Lavoratori contro la Guerra. I portuali pronti allo sciopero. Lettera di Cgil, Cisl e Uil per la nave che arriverà il 3 giugno. Stesso armatore del caso di Livorno

Dopo Genova e Livorno, ora Ravenna. I portuali in Italia – ma la rete è ormai globale – continuano a mobilitarsi contro la guerra.

NEL PORTO CANALE ROMAGNOLO con 22 chilometri di banchine hanno scoperto per tempo un carico molto sospetto. Si tratta di tre container da caricare il 3 giugno al terminal 41 sulla nave Asiatic Liberty. L’armatore è lo stesso Asiatic Island che la scorsa settimana non ha potuto caricare a Livorno. Stesso anche il porto di approdo: Ashdod (oppure Haifa) in Israele.

«In un porto il lavoro si pianifica per tempo e qualche giorno fa abbiamo notato un codice strano e inusuale – spiega Giacomo Giunchi, sindacalista Filt Cgil e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza da 8 anni nel sito del porto di Ravenna – . Si tratta del codice 1.4 che significa “esplodenti e armi”. Abbiamo capito subito che si trattava di un carico per la guerra in Israele anche perché l’armatore Zim è di lì e la linea della nave è Ravenna- Ashdod» che passa anche per Venezia, Capodistria e Izmir.

La reazione è stata immediata e precisa. Messi al corrente, tutti i rappresentanti sindacali hanno deciso di scrivere una lettera per annunciare che non avrebbero caricato i tre container di armi e se qualcuno glielo avesse ordinato sarebbe scattato immediatamente lo sciopero. La lettera è stata subito condivisa da Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt e da tutto il migliaio di portuali di Ravenna.

A differenza di Livorno – dove a mobilitasi è stata l’Usb – e di Genova – dove nel Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) la connotazione politica a sinistra è ben presente – la lettera dei sindacati ravennati non prende posizione pro Palestina, ma la connotazione pacifista è ugualmente forte.

«I LAVORATORI DEL PORTO di Ravenna – si legge – si rifiuteranno di caricare armi, esplosivi o altro materiale bellico che possano alimentare il conflitto tra Israele e Hamas, ripreso in queste settimane nella Striscia di Gaza. Si rifiuteranno di essere complici nell’alimentare una guerra che sta mietendo soprattutto vittime civili in quel tremendo teatro di guerra», scrivono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt.

«La possibilità che il carico sia destinato ad alimentare il conflitto che in questi giorni sta infiammando il Medio Oriente è altissima – continua la nota -. Nel caso la nave dovesse effettivamente presentarsi al carico per imbarcare quei container, i lavoratori del Terminal di carico e della Cooperativa Portuale si mobiliteranno e le organizzazioni sindacali di categoria dichiareranno lo sciopero impedendo l’operazione».
Il pragmatismo romagnolo ha permesso di gestire il caso con molta tranquillità. Nessuna reazione alla lettera da parte delle autorità portuali a conferma della delicatezza della materia, ma allo stesso tempo la presa d’atto che i tre container non saranno caricati e la comunicazione preventiva all’armatore.

«LA COSA PIÙ PROBABILE è che la nave, che usualmente fa la linea Ravenna- Ashdod, sarà caricata con tutti gli altri container con materiale normale e ripartirà senza il carico di armi. Ma di certo lo controlleremo», fanno sapere i sindacalisti ravennati.

La parte finale della lettera è un auspicio di pace giusta. «Il mondo del lavoro e i lavoratori del porto di Ravenna vogliono contribuire con questo atto concreto alla ricerca di una soluzione al conflitto che crei le condizioni per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio stato libero e indipendente, mettendo fine ad una guerra che da decenni ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti», si conclude la lettera.

Sorgente: A Ravenna bloccato un nuovo carico d’armi | il manifesto

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