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Oggi la Rete Italiana Pace e Disarmo ha reso noto che una parte dei fondi del Recovery Plan verrebbe destinata per rinnovare la capacità e i sistemi d‘arma a disposizione dello strumento militare. Un tentativo di greenwashing – di lavaggio verde – dell’industria delle armi, secondo quanto riporta Ripd il cui documento che entra nel merito del piano si può leggere sul sito dell’associazione che monitora da anni il “sistema d’armi Paese”. Il commento dell’Atlante

di Raffaele Crocco

No scusate, davvero? Davvero siamo sorpresi che una parte dei fondi del Recovery Plan sia destinata a rinnovare la capacità e i sistemi d’arma a disposizione delle nostre Forze Armate? Davvero troviamo fuori luogo che la Camera dei Deputati – quella eletta da ognuno di noi nel 2018 – raccomandi di “incrementare, considerata la centralità del quadrante mediterraneo, la capacità militare dando piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l’attività di ricerca e di sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali, anche in favore degli obiettivi che favoriscano la transizione ecologica, contribuendo al necessario sostegno dello strategico settore industriale e al mantenimento di adeguati livelli occupazionali nel comparto”?

Davvero pensiamo insolito che il Senato – quello eletto da ognuno di noi – sostenga che serve promuovere una “visione organica del settore della Difesa, in grado di dialogare con la filiera industriale coinvolta, in un’ottica di collaborazione con le realtà industriali nazionali, think tank e centri di ricerca”?

Sorgente: Un Recovery Plan per le Forze Armate – atlante guerre

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