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BOLOGNA. “La cittadinanza a Patrick Zaki? Avrebbe un forte valore simbolico e sarebbe strumento di pressione diplomatica, però la vedo una strada politicamente difficile. Giuridicamente sarebbe più efficace attivare i canali per contestare all’Egitto la violazione della Convenzione Onu contro la tortura”. Andrea Morrone, docente di diritto Costituzionale dell’università di Bologna, dove lo studente, in carcere al Cairo da oltre un anno, è iscritto. Concedere la cittadinanza italiana a Patrick è l’obiettivo della mozione che sarà presentata a Palazzo Madama dal Pd (un documento voluto dal dem Francesco Verducci) e che conta tra i firmatari anche la senatrice a vita Liliana Segre, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, di Italia viva, +Europa, Lega e gruppo Misto. Ma qual è la procedura? Cosa comporterebbe, sarebbe un aiuto alla liberazione di Patrick Zaki?Senato, il Pd presenta una mozione per la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Tra i firmatari anche Segre, 5S, Leu, Lega e Ivdi Laura Mari16 Marzo 2021Professor Morrone, partiamo dalla procedura, come si arriva a concedere la cittadinanza italiana a uno straniero?“L’articolo 9, secondo comma, della Legge 91/1992 sulla cittadinanza italiana prevede due situazioni speciali: il conferimento a uno straniero che ha reso eminenti servizi all’Italia oppure quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato. In questa seconda fattispecie ricadrebbe il caso di Patrick Zaki”.Ci sono dei precedenti?“Il più noto è il caso di Alfie Evans, il bimbo di 23 mesi gravemente malato destinato a morire per distacco dei trattamenti vitali, contro la volontà dei genitori. Gli fu concessa la cittadinanza per tentare di trasferirlo e curarlo in Italia, cosa che poi non fu accettata dai giudici inglesi. In generale sono disposizioni applicate raramente, anche perché comportano una decisione politica”.Chi deve concedere questo tipo di cittadinanza speciale?“E’ il Capo dello Stato su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con quello degli Esteri, previo parere del Consiglio di Stato”.Può essere una procedura giuridicamente perseguibile per Patrick Zaki?“I presupposti nel valutare e determinare l’eccezionale interesse dello Stato ci sarebbero: lesione dei diritti fondamentali, trattamenti disumani a cui è sottoposto, una detenzione priva di durata ragionevole. Ci sono principi del diritto internazionale e costituzionali, come quelli del giusto processo, del diritto alla difesa, della tutela della persona, per sintetizzare al massimo, che sono stati violati e che, dunque, potrebbero giustificare l’attivazione di questa disposizione. Ma prima viene la valutazione di tipo politico. Siccome si tratta di un’iniziativa governativa dobbiamo presumere che questa posizione sia sostenuta dalla maggioranza parlamentare. In alcune città, nella concessione della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, la Lega si è messa di traverso. Se anche passasse, e qui l’intesa mi sembra ampia, rimane il rischio di essere una strada giuridicamente impervia ai fini della sua liberazione”.Waiting for Patrick: un anno senza Zaki, la lunga attesa per la sua libertàSarebbe cittadino italiano, non basterebbe?“Ma rimarrebbe cittadino egiziano e dunque si aprirebbe un conflitto di cittadinanza, in assenza tra l’altro di una convenzione tra Italia ed Egitto sulla collaborazione giudiziaria penale o l’estradizione, mentre c’è su quella civile. Questo non significa che concedere la cittadinanza italiana a Patrick non sia importante. Avrebbe un forte valore simbolico e i simboli sono importanti: allora perché non tentare? Rafforzerebbe anche la pressione diplomatica, un sostegno alla tutela dello studente della nostra università”.Bologna non dimentica Patrick Zaki, un nuovo appello al Governo: “Diventi cittadino italiano”08 Marzo 2021Giuridicamente cosa sarebbe più efficace?“Mi sono confrontato con alcuni colleghi internazionalisti e uno strumento giuridico interessante potrebbe essere attivare i canali della Convenzione Onu contro la tortura del 1984, che l’Italia ha ratificato nel 1988 e che anche l’Egitto ha firmato nel 1986. Gli Stati aderenti si impegnano a bandire la tortura al proprio interno e in altri Stati. L’articolo 30 consente, laddove non si possa attivare un negoziato, di avviare un arbitrato internazionale. Se questo non va a buon fine allora si va davanti alla Corte di giustizia internazionale. Non c’è dubbio che Patrick Zaki sia stato torturato, si vada ad accertarlo davanti a un giudice. L’iniziativa italiana, coinvolgendo così l’intera comunità internazionale, potrebbe avere un forte valore giuridico, tale da rafforzare la via dei negoziati politici per la liberazione di Patrick Zaki, utile anche per chiarire altre vicende, come la morte di Regeni”.Scarica il documento Leggi ancheDimitri Didenko, già tante donazioni per riportare in Italia la salma del russo di Romagna: il paracadutista morto in AustraliaVaccini ai più fragili, ecco chi rientra nelle categorie che avranno PfizerEmilia-Romag

Sorgente: Zaki, la cittadinanza italiana può servire a liberarlo? Il costituzionalista: “Ecco l’iter, ma non è l’unica strada” – la Repubblica

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