0 6 minuti 3 anni

A metà marzo la proposta della Commissione Ue per garantire spostamenti fisici in condizioni di sicurezza nel Vecchio Continente. Riserve sul piano del trattamento dei dati personali, ma Bruxelles rassicura

di Nicola Barone

Conterrà prova dell’avvenuta vaccinazione o i risultati dei test per coloro che non hanno avuto ancora accesso alle campagne nazionali. E in caso di malattia pregressa l’attestazione di piena ripresa dal Covid-19. Fin qui gli elementi ufficiali anticipati da Ursula von der Leyen. Per la fisionomia definitiva del “green pass” europeo si guarda invece al 17 marzo, momento nel quale verrà formalizzata dalla Commissione Ue una proposta sul “passaporto” digitale pensato per favorire la mobilità internazionale in vista dell’estate. È un balzo in avanti del dossier contro cui diversi Stati membri di peso hanno fatto muro nelle scorse settimane, segno che le pressioni per autorizzare spostamenti fisici garantendo sicurezza guadagnano mano a mano terreno.

Passaggi e tempi per l’adozione dello strumento

È atteso sul tavolo dei leader al vertice di fine marzo il pacchetto normativo che, secondo le indicazioni fornite dal vicepresidente Margaritis Schinas, avrà valore legale sulla base di quella parte dei Trattati che regola la libera circolazione nell’Unione. Dopo si dovrebbe passare alla fase attuativa («per un’uscita in sicurezza, a 27, dalle limitazioni») anche se, a causa del lavoro tecnico, sarà comunque necessario attendere tre mesi, grosso modo fino a giugno. Il resto toccherà alle amministrazioni dei singoli Paesi nel dar seguito ai passaggi interni perché il meccanismo funzioni adeguatamente. In parallelo, Bruxelles punta a lavorare con organismi internazionali come Oms, Ocse e Iata per far sì che il “green pass” venga riconosciuto al di fuori dell’Ue. «Per tempi straordinari servono strumenti straordinari», ha affermato Schinas al termine di un incontro informale dei ministri della Salute. «E dobbiamo essere sicuri che l’Ue presìdi» queste aree invece di farsi «imporre decisioni assunte altrove», con probabile riferimento ai programmi di alcuni colossi digitali sul terreno già menzionati peraltro da von der Leyen.

Riserve sulla protezione dei dati personali

Per evitare discriminazioni, oltre ai dati su eventuali somministrazioni di vaccino, il Qr a portata di cellulare conterrà dunque quelli dei test effettuati o delle immunizzazioni acquisite post infezione. Punto controverso, considerato comunque risolvibile dalle autorità comunitarie, è la natura delle informazioni contenute nel passaporto digitale. Il Garante della privacy ritiene che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali (in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati). Così da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza.

Cresce il fronte degli Stati favorevoli

Alcuni Paesi, come Francia e Belgio, hanno espresso preoccupazione in precedenza per il fatto che “facilitare” i viaggi solo per le persone vaccinate sarebbe ingiusto. Soddisfatti invece dei progressi il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e con lui il greco Kyriakos Mitsotakis, vero motore dell’iniziativa. «È importante preparare gli strumenti per riavviare la mobilità e rendere di nuovo l’Europa una destinazione di viaggio sicura non appena i dati sull’incidenza del virus lo consentiranno», spiega il ministro del Turismo spagnolo Reyes Maroto accogliendo con favore lo sviluppo del meccanismo. Per il responsabile portoghese dell’Economia portoghese, Pedro Siza Vieira, la Commissione dovrebbe essere ancora più chiara sull’importanza del settore turistico per molti Stati membri. «Significativo dal punto di vista dell’economia, ma anche dell’occupazione in tutta l’Ue. Allo stesso tempo, è stato il settore a risentire maggiormente delle restrizioni che abbiamo imposto alla mobilità e alle attività face-to-face».

Nel Regno Unito si lavora a un coordinamento

L’ipotesi di un passaporto vaccinale destinato a facilitare certe attività per chi sia già immunizzato dal Covid-19 resta al momento in fase di studio anche del governo britannico di Boris Johnson ma solo come una possibilità da valutare e sarà oggetto di discussioni coordinate con l’Ue prima di qualunque decisione. «Stiamo approfondendo la questione», ha ripetuto il portavoce dopo la recentissima apertura di un cauto spiraglio da parte di Johnson, il cui governo aveva inizialmente mostrato scetticismo su un’ipotesi poco in linea con la tradizione liberale del Regno Unito.

Sorgente: Passaporto vaccinale europeo per l’estate: ecco cosa conterrà – Il Sole 24 ORE

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20