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In casa Pd si infiamma la corsa alla nomina della nuova capogruppo Dem alla Camera. Dopo il via libera arrivato dal Senato al ricambio di genere dove Andrea Marcucci ha lasciato il posto a Simona Malpezzi, ad accendere le polveri per la nomina a Montecitorio è stata Marianna Madia che con una lettera inviata ai deputati e alle deputate del Pd ha parlato di «cooptazione mascherata» per la nomina della nuova capogruppo alla Camera. A stretto giro sono arrivate le risposte sia dell’altra candidata in corsa per presiedere il gruppo Dem, Debora Serracchiani, che ha invitato la candidata Madia a confrontarsi «senza retropensieri», sia quella di un Graziano Delrio offeso per le accuse, ancora capogruppo in carica, almeno fino a martedì 30 marzo quando si apriranno le votazioni.La lettera della MadiaCon il confronto sulla futura capogruppo della Camera, scrive la candidata Madia ai colleghi di partito «si è ripiombati nel tradizionale gioco di accordi trasversali più o meno espliciti con il capogruppo uscente, da arbitro di una competizione da lui proposta, che si è fatto attivo promotore di una delle due candidate, trasformando ai miei occhi il confronto libero e trasparente che aveva indetto in una cooptazione mascherata». E nell’agganciarsi a un punto di discussione del vademecum che il segretario Letta ha fatto distribuire nei circoli (volti e non maschere), la Madia ha voluto precisare come è nata la sua candidatura.

Sorgente: In casa Pd si infiamma la corsa alla carica di capogruppo alla Camera – Il Sole 24 ORE

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