L’operazione che l’esecutivo ha inserito nel decreto Sostegni su richiesta di Lega e Forza Italia prevede infatti che siano stralciate tutte le cartelle esattoriali fino a 5mila euro risalenti agli anni dal 2000 al 2015 comprese quelle ancora esigibili: come ha spiegato l’ex ministro Vincenzo Visco, si tratta di “evasioni conclamate” perché quei debiti sono stati messi a ruolo dopo che il contribuente non ha pagato. Se poi la volontà è quella di aiutare chi non è in grado di saldare il dovuto, come ha fatto notare Guerra, sarebbe sufficiente limitare l’intervento a quella platea. Ammesso che chi aveva una cartella e desiderava mettersi in regola non abbia già aderito alle numerose possibilità di rateizzazione offerte negli ultimi anni.
Di condono si tratta, dunque. Eppure nel 2006, audito alla Camera sempre nelle vesti di numero uno di via Nazionale, Draghi aveva deprecato l’abitudine a “condoni e sanatorie“: “Sono stati ridotti in questa finanziaria (quella del governo Prodi, che tagliava i termini di prescrizione per i reati contabili. A fine anno il governo avrebbe fatto marcia indietro, ndr) ma ahimè non sono scomparsi…”. E ancora: ”Non sono un fiscalista ma la sensazione diffusa è che ci sia un forte squilibrio nella base imponibile e che bisogna combattere elusione ed evasione recuperando equità”. Leggi: far pagare a tutti il dovuto. Concetto ripetuto a più riprese negli anni alla guida di Bankitalia, quando Draghi ha rimarcato senza sosta l’importanza di utilizzare i proventi della lotta all’evasione per ridurre le aliquote agli onesti e per quella via aumentare il potenziale di crescita dell’economia, in un circolo virtuoso: ”I progressi nel contrasto all’evasione e all’elusione”, spiegava nel 2007, “consentono di distribuire il prelievo in modo meno distorsivo e più equo”.
Ora alcuni ministri riferiscono che il premier intenda mediare tra le anime della maggioranza tagliando da 5mila a 3mila euro il valore delle cartelle da cancellare e riducendo il periodo di riferimento. Un ritocco che non cambierebbe la natura dell’intervento: sempre un condono, visto non ci sarebbe alcun distinguo tra crediti fiscali davvero inesigibili – quelli che gonfiano il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione – e ruoli che invece si potrebbe ancora tentare di recuperare.