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Nel Mediterraneo orientale si confrontano e dialogano, sulla ricerca di gas o petrolio, numerosi attori geopolitici. . Con la Turchia che dopo aver mostrato diverse volte i muscoli nello stile ‘erdoganiano’, è ora protagonista di un acceso confronto diplomatico.
Nella foto di copertina una nave vicino il giacimento di gas naturale Leviathan nel Mar Mediterraneo al largo della costa di Haifa, nel nord di Israele.

Muscoli turchi nel Mediterraneo orientale

Le esplorazioni di Ankara per la ricerca di gas in un’area marittima contesa tra molti protagonisti hanno spinto protagonisti di peso quali l’Unione europea, Israele, l’Egitto, e la Francia a sostegno della Grecia a intervenire direttamente per contrastarne l’azione. E il gas da giacimenti sottomarino, diventa solo l’ultimo dei temi di discussione e di contrasto con la Turchia, «realtà strategicamente fondamentale per gli equilibri tra est e ovest ma anche per l’asse nord-sud, che passa dall’Anatolia e si spinge fino alle nazioni del Golfo e oltre», annota Matteo Meloni su EastWest.

Ma la Turchia di Erdogan con chi sta?

Problemi strategici e di schieramento di non poco conto. Esempio, la vicinanza militare turca alla Russia con la compravendita dei missili a lunga gittata S-400, con forti dubbi in casa Nato sull’effettiva volontà di partecipazione (e di affidabilità) di Ankara al Patto Atlantico. E la Turchia in Libia, che infastidisce l’Egitto e non soltanto. Saltate tutte le classiche letture nelle alleanze, ed ecco il ruolo emergente dell’East Mediterranean Gas Forum, l’EMGF, a proporre l’alleanza del soldo in una spartizione delle risorse energetiche da concordare.

La realpolitik sull’ideologia

Il Forum del Gas per il Mediterraneo orientale tra di Egitto, Giordania, Autorità Palestinese, Israele, Cipro, Grecia e Italia, firma il suo statuto solo il settembre scorso. ‘Strumento di dialogo’, dicono i firmatari pensando ad alcuni importanti assenti, vedi appunto la Turchia. E i contenziosi aperti sono moltissimi. Esempio, ai giacimenti al largo di Israele scoperto nel 2009 e Leviatano, individuato nel 2010, ai quali si unisce quello ribattezzato Afrodite nelle acque fuori Cipro localizzato nel 2011, Zohr in Egitto nel 2015 e nel 2019, ancora in acque cipriote, Glaucus-1.

Si calcola che il Mediterraneo orientale ospiti l’1% delle riserve di gas mondiale: non tanto da impensierire il 24,3% della Russia, il 17,3% dell’Iran o il 12,5% del Qatar ma abbastanza per scatenare l’appetito di tutte le realtà, più o meno vicine, che nel Mediterraneo orientale si affacciano, ci ricorda Matteo Meloni.

L’Italia e l’EastMed Gas Forum

Un ruolo da protagonista per l’Italia, attiva nella regione con Eni, Saipem e Snam. In attesa di eventuali nuovi arrivi i 7 Paesi dell’accordo si confrontano sulle modalità di collaborazione. Poi l’Ue che nell’ EMGF ha il ruolo di osservatore insieme a Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti.

Bastone carota e buoni affari

Il Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre ha deciso di sanzionare le società turche responsabili delle trivellazioni non autorizzate nelle acque greche e cipriote. «Le attività provocatorie e unilaterali turche nel Mediterraneo orientale continuano ad avvenire anche nella Zona Economica Esclusiva di Cipro». Ma l’Unione subito aggiunge: «L’offerta per un’agenda positiva Ue-Turchia rimane sul tavolo, risolvendo le divergenze attraverso il dialogo e rispettando il diritto internazionale».

Ed ecco pronto l’East Mediterranean Gas Forum, se Ankara vorrà.

 

Sorgente: Mediterraneo orientale: la realpolitik del gas batte l’ideologia –

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