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Guida sintetica alla lettura dei principali quotidiani italiani. Con uno sguardo particolare riservato al lavoro e al sindacato

Le consultazioni del premier incaricato Draghi e le ipotesi sulla possibile composizione del nuovo governo: questo il tema che domina le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (lunedì 8 febbraio). “Il Pd non mette veti sulla Lega, parte il secondo giro di consultazioni. Draghi salirà al Colle da Mattarella a metà settimana. Zingaretti: Salvini ci dà ragione, ora coerenza. Conte: non entro nel governo” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Draghi, programma di coesione sociale. Il premier designato prepara le linee che sottoporrà a tutti i partiti, e sceglierà personalmente i ministri. Zingaretti: si apre una fase nuova, Salvini ha dato ragione al Pd. L’ipotesi: Conte come presidente del M5S. Landini: siamo con lui, si può uscire dalla precarietà del lavoro”.

“Governo, le tre spine di Draghi, restano divergenze su tempi, squadra e programma. Recovery, l’ipotesi cabina di regia coi leader. Il premier incaricato accelera per giurare entro venerdì, oggi al via il secondo giro di consultazioni” recita la Stampa, mentre sul Fatto Quotidiano si legge “Prescrizione: i ‘nuovi’ alleati preparano la festa ai 5 stelle. Governo Draghi, primo inciampo: l’agguato di Fi, Iv, Lega, Pd e +Europa”.

Il Giornale apre con “Il piano di Draghi: solo ministri tecnici. Il premier incaricato sempre più determinato a varare un esecutivo senza politici. Pd e M5s studiano da ‘distruttori’ e preparano sgambetti sul programma. Il sì di Salvini per recuperare il Nord (e l’Europa)”, Libero lancia “Salvini innamorato di Draghi viene elogiato dalla gente. Matteo conferma l’appoggio a Mario: In Europa a testa alta, meno tasse e più cantieri. E all’Esselunga di Firenze le persone lo fermano per consigli e foto. Lui: Non è male…”.

Apertura differente per il Messaggero, dedicata alle restrizioni imposte dal Covid: “Regioni, blocco in scadenza. I tecnici: pericoloso riaprire. Boccia: Il Dpcm anticontagio valido fino al 15 febbraio, il prossimo spetta al nuovo esecutivo. Il Cts: Necessaria una proroga”. Il Sole 24 Ore, infine, si dedica come di consueto ai temi strettamente economici: “Nell’agenda Draghi le partite Iva in crisi: redditi in picchiata e caccia ai ristori. Ricavi in calo: colpiti oltre un milione e mezzo di autonomi, chi si ritrova sotto i 65mila euro può passare alla ‘tassa piatta’ entro il 16 febbraio. Nuovi aiuti: con cinque decreti coperti fino a 7 mesi su 10, ora vanno articolati gli interventi per cui è già autorizzata la spesa di 32 miliardi”

Le interviste
“Il lavoro è prioritario. Draghi ci porti fuori dalla precarietà”. Questo il titolo della lunga intervista al segretario generale della Cgil Maurizio Landini, sulle colonne di Repubblica. Per il leader sindacale “sarebbe un suicidio politico del nostro Paese non saper cogliere e non saper utilizzare la sua competenza e la sua autorevolezza per ridisegnare il futuro del nostro Paese facendo quelle riforme che rinviamo da anni”. Landini sottolinea che i quasi 300 miliardi in arrivo dall’Europa serviranno “a creare nuovi posti di lavoro: lavoro di qualità per i giovani, le donne, per il Mezzogiorno. Questo è il vero obiettivo e, non a caso, proprio il professor Draghi ha parlato di ricostruzione dell’unità del Paese. Io aggiungo: dell’unità sociale del Paese. Dobbiamo fare in modo che chi lavora per vivere possa farlo con dignità e non nella povertà. Deve essere la priorità”.

Nell’intervista Landini enumera le riforme che reputa essenziali per lo sviluppo dell’Italia. “Dal fisco agli ammortizzatori sociali e alle politiche attive per il lavoro; dalla pubblica amministrazione agli interventi di politica industriale, con un ruolo del pubblico nel processo di riconversione ecologica; dal sistema formativo al rafforzamento della sanità pubblica, fino a una legislazione per riconoscere l’efficacia erga omnes dei contratti nazionali e la partecipazione dei lavoratori”, spiega il segretario generale Cgil, annunciando che chiederà al premier incaricato la proroga del blocco dei licenziamenti: “Non una proroga sine die, ma fino a quando non saremo fuori dall’emergenza e non avremo contestualmente approvato una riforma degli ammortizzatori sociali universali, compreso il rafforzamento dei contratti di solidarietà”.

Guardando ai prossimi mesi, Landini pensa che “sia possibile che governo, sindacati e imprese, si confrontino sul merito prima che vengano prese le decisioni (…) Non necessariamente un unico patto, anche più accordi. Ma se cerca una definizione: un grande accordo per il lavoro e la rinascita del Paese”. L’ultima battuta è sulla previdenza: “Da tempo chiediamo una vera riforma del sistema pensionistico. Quota 100 non ha cambiato le cose sbagliate della riforma precedente. Non possiamo pensare che i giovani lascino il lavoro a 70 anni, che le donne non si vedano riconoscere la differenza di genere e che l’aspettativa di vita, la quale regola l’età pensionabile, sia uguale per tutti indipendentemente dal lavoro. Serve flessibilità: ciascun lavoratore deve poter decidere quando andare in pensione dopo aver compiuto 62 anni o dopo 41 anni di contribuzione”.

Gli editoriali
“Il blocco dei licenziamenti è in scadenza a marzo e occorre capire come uscirne. Il reddito di cittadinanza ha bisogno di un tagliando. Quota 100 scade a fine anno ed è necessario programmare il passaggio a un sistema più flessibile di uscita dal lavoro”. Parte da queste considerazioni la riflessione dell’economista Pietro Garibaldi sulla Stampa, in vista dell’incontro tra il premier incaricato Draghi e le parti sociali. “I sindacati chiedono di aprire una nuova stagione di concertazione”, spiega il docente dell’università di Torino, rilevando che questa nuova stagione “potrebbe davvero essere il metodo per affrontare l’elenco dei numerosi problemi sociali”. Ma i sindacati non debbono “porre veti, chiedendo come precondizione per aprire una nuova stagione che il blocco dei licenziamenti sia esteso oltre il 30 marzo”. Per Garibaldi, dunque, “difendere a oltranza posti di lavoro insostenibili non aiuta davvero quasi nessuno nel medio periodo (…) Il blocco dei licenziamenti ha aiutato per qualche mese i lavoratori coinvolti, ma dopo dodici mesi è meglio aiutare queste persone con un vero rafforzamento del sostegno al reddito e un aiuto concreto per la ricollocazione verso un nuovo posto di lavoro, anche nel settore pubblico”.

“Riconvertire il welfare alle politiche per l’impiego”, è questo l’invito (nonché il titolo dell’editoriale) che Alberto Orioli fa alla politica italiana dalle colonne del Sole 24 Ore. “II Covid ha messo a nudo le lacune di un sistema figlio di un’idea tardo ottocentesca dell’impresa. Che ha spostato ogni risorsa pubblica a congegnare un sistema di welfare orientato solo alla previdenza”, spiega il vicedirettore del quotidiano economico, sottolineando che “un vero sistema di welfare dovrebbe prendersi carico di chi perde il lavoro, assisterlo nel mantenimento di una forma di reddito e operare in modo da rendere possibile il recupero di un’occasione di impiego. Si chiamano politiche attive del lavoro e sono quelle che servono da decenni. Lasciare alle imprese, che non sono nemmeno più tali, un carico anomalo di personale non è la risposta giusta, innanzitutto per il personale”. Parlare di politiche attive del lavoro, dunque, per Orioli significa “creare le condizioni perché esistano servizi efficienti per aumentare la forza dei curricula di chi non ha lavoro, per mettere in campo banche dati dove far dialogare finalmente domanda e offerta”.

La Cgil
“Il mondo del lavoro ha già dato. Quando si discuterà ad esempio di riforma fiscale, lo dico prima ancora di sentirlo dire ad altri, se qualcuno dovesse venirci a riproporre la flat tax deve essere chiaro che non saremo d’accordo. Abbiamo già pagato abbastanza”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini alla trasmissione “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata, andata in onda domenica 7 febbraio su RaiTre. In Collettiva il resoconto della lunga intervista, in cui il leader sindacale ha esposto proposte e aspettative rispetto al nuovo esecutivo, in attesa di una convocazione ufficiale.

Da non perdere in Collettiva è il longform “Nel labirinto del vaccino”, dove si approfondiscono i tanti temi legati all’antidoto: i ritardi nella consegna da parte delle big pharma (e i relativi profitti), la complessità della filiera produttiva farmaceutica, il nodo dei brevetti e la necessità di una moratoria internazionale su di essi. Il longform comprende anche un reportage tra le aziende del settore nel territorio di Pomezia (Roma), dove si stanno sviluppando tre sieri e un anticorpo contro il Covid.

In Collettiva anche il rinnovo del contratto dei metalmeccanici (con i commenti del segretario generale Cgil Landini e della segretaria generale Fiom Cgil Re David), cui si accompagna un reportage sulla seconda giornata di trattativa e approfondimenti sullo smart working e sulla situazione dell’automotive a Torino. Da rimarcare, infine, l’inserto “Idea Diffusa”, dedicato al diritto di connessione e alle numerose questioni democratiche poste dalla rete.

“La sola proroga di quota 100 rappresenterebbe un ennesimo intervento spot che non modificherebbe la legge Fornero e non darebbe risposte alle persone che lavorano”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, in vista dei colloqui del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, con le parti sociali. “Dopo una proroga di uno o due anni – continua l’esponente sindacale – ci si ritroverebbe al punto di partenza. Nel frattempo, per chi non raggiunge i 38 anni di contributi o i 62 anni di età, non cambierebbe assolutamente nulla. Serve quindi una riforma seria e duratura, che consenta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, e in particolare che affronti il tema di chi fa i lavori manuali o gravosi, riconosca il lavoro di cura e la situazione specifica delle donne, dia una prospettiva previdenziale ai giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui”

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.

Sorgente: Governo Draghi, è l’ora delle scelte – Collettiva

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