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di Giulio Cavalli

Continuiamo con la galleria di quelli di cui dovremmo essere fieri, i componenti di questo governo delle meraviglie che è stato incensato ancora prima di cominciare e che dovrebbe (secondo una certa retorica piuttosto diffusa) comprendere il meglio a disposizione. La prima puntata, per chi se la fosse persa, la trovate qui.

Massimo Garavaglia. Poche ore di governo e il leghista Garavaglia è già diventato un simbolo dell’approccio salvinista all’esperienza Draghi: mentre tutti continuano ancora a sognare che Draghi possa “tenere a bada” (cosa significhi poi è ancora tutto da capire) i ministri lui, Garavaglia, ha organizzato una bella conferenza stampa con il suo sodale presidente della Lombardia Attilio Fontana per attaccare il governo sulla chiusura delle piste da sci. Peccato che il governo sia (anche) lui: avrebbe quindi potuto benissimo martellarsi in piazza e il messaggio politico sarebbe stato identico. Garavaglia del resto è anche quello angosciato da sempre per il salario minimo e il suo credo economico con cui osserva il mondo passa per il refrain del “diminuire i costi alle imprese”. Sempre quello, solo quello. Nel 2019 disse anche, tutto bello pasciuto e sicuro, che il 70% dei percettori del reddito di cittadinanza non ne avevano diritto. Venne smentito da tutti e ammise di avere sparato la cifra senza dati certi. Campione. Noto per perle come: «Gli statali del Sud? Meglio eliminarli». Ma è anche quello che si lamentava delle “troppe mance al Sud”. Bene, insomma. Quando è stato nominato ministro al Turismo, quindi in un certo senso portatore dell’immagine del nostro Paese, il suo account twitter aveva come immagine la copertina del suo libro che si intitola Antieuropeisti? (fantastico) e il suo sito ha come slogan “Tra il dire e il fare gh’è el mètes à drèe!”. In dialetto. Un migliore, sicuro.

Poi c’è Comunione e Liberazione. Non l’avete letta tra i ministri? Spiegamoci, con calma, perché come accade spesso con CL è sparsa un po’ qua e un po’ là e questa volta ha davvero fatto il colpaccio. La testimonial di punta ovviamente è Marta Cartabia, ministra alla Giustizia (che sicuramente non potrà che fare meglio del precedente ministro Bonafede, sia chiaro) e ex presidente della Corte costituzionale. Scriveva attivamente su Sussidiario.net e su organi molto vicini a CL. «I cd. “nuovi diritti” si alimentano di una concezione in cui l’uomo è ridotto a pura capacità di autodeterminazione, volontà e libera scelta», scrisse in un suo pezzo. Tanto per capirci. Prese posizione contro i famigliari di Eluana Englaro (come un Pillon qualsiasi) e scrisse: «Il diritto all’autodeterminazione del soggetto incapace: un ossimoro, se non fosse affermato dalla Suprema Corte di cassazione» (lo trovate qui). Strenuamente contro il matrimonio omosessuale (eccolo qui) e contro l’aborto (ecco qui), scrisse: «È così che si arriva persino ad affermare il “diritto a non nascere” o il “diritto a darsi la morte”, il cui effetto è la negazione del soggetto stesso». Ha partecipato per 10 volte (dieci) alla kermesse clericale del Meeting di Rimini. È meglio di Bonafede? Sicuro. Le auguriamo buon lavoro ma sul tema dei diritti ci permettiamo di dissentire e di opporci, eccome.

A proposito del meeting di CL: sono 13 su 25 i ministri che sono stati relatori  nella kermesse clericale del Meeting di Rimini: Bianchi, Cingolani, Di Maio e Garavaglia in una occasione. Due volte Draghi e Carfagna. Tre le volte per Brunetta, Giorgetti e Speranza. Ben cinque volte Colao, Gelmini e Giovannini. Campionessa assoluta Marta Cartabia con dieci edizioni. Sempre a proposito della laicità che scompare in questo governo vale la pena ricordare la ministra Gelmini che cantò “Tu scendi dalle stelle” per protestare contro i presidi che si azzardano a non far recitare canti liturgici in classe, la ministra Bonetti (Italia Viva) sempre affezionate alle scuole paritarie (che da noi significa cattoliche) e poi volendo ci sarebbero i segretari di partito: Renzi con il suo “nuovo rinascimento” saudita e Salvini che giura sul Vangelo.

A proposito: Draghi ha nominato Carlo Deodato a capo del Dipartimento degli Affari Giuridici e Legislativi: simpatizzante di CL e Sentinelle in Piedi. Da giudice estensore della sentenza del Consiglio di Stato ha annullato la trascrizione dei matrimoni egualitari celebrati all’estero.

La laicità insomma non è delle migliori.

 

Sorgente: Ecco “i migliori”/2 | Left

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