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Zona rosso scuro per Friuli, Emilia Romagna, Veneto e Bolzano: così funziona la mappa dell'Unione europea

I test fatti in una settimana ogni 100 mila abitanti e i 5 colori secondo l’Europa. I parametri comunitari e il sistema adottato in Italia

di Francesca Basso

Peggiora la situazione in Europa, spaventano le varianti e Commissione e Stati membri cercano di contenere i contagi. Anche perché gli scienziati in più occasioni hanno avvertito che le vaccinazioni sono a rischio in caso di una terza ondata. Nello stesso tempo a Bruxelles sanno bene che non si può tornare alla situazione di marzo, con le frontiere chiuse e il mercato interno in difficoltà. Bisogna salvare il movimento delle persone e delle merci. Domani gli ambasciatori Ue si confronteranno sulle proposte della Commissione.

La nuova mappa del rischio, che individua le aree con la situazione epidemiologica più critica imponendo misure restrittive maggiori, porterà a delle difficoltà negli spostamenti da queste aree. La Commissione Ue, spinta dagli Stati membri con in testa la Germania e la Francia, invita a evitare tutti i viaggi non essenziali per chi si trova nelle aree a rischio. E comunque a chi si dovesse muovere da quelle aree potrebbe essere imposto l’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Ue. È per questo che sono subito insorti i governatori delle Regioni Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e della provincia autonoma di Bolzano. Temono di vedere penalizzati i propri cittadini. Ma sanità e frontiere sono competenza esclusiva nazionale, dunque gli Stati membri sono liberi di adottare le misure restrittive che ritengono migliori purché non producano delle situazioni di discriminazione tra i cittadini europei. Quindi gli Stati membri potrebbero decidere di applicare alla lettera le indicazioni della Commissione ma anche di fare diversamente come abbiamo visto nei mesi passati.

L’Italia, ad esempio, ha diviso le proprie regioni in tre colori (rosso, arancione e giallo) in base ai dati del contagio, all’indice di trasmissione Rt e agli indicatori relativi alla situazione degli ospedali e delle terapie intensive attraverso il monitoraggio settimanale. La mappa costruita dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è basata sui dati forniti dagli Stati membri ogni settimana: il numero di nuovi casi notificati ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni; il numero di test per 100 mila abitanti effettuati nell’ultima settimana (tasso di test); la percentuale di test positivi effettuati nell’ultima settimana (tasso di positività del test). Sulla base di questi dati, l’Ecdc pubblica la mappa settimanale degli Stati membri combinando il numero di nuovi casi notificati con la percentuale di test positivi, che si traduce nei cinque colori rosso scuro, rosso, arancione, giallo e verde più il grigio che indica assenza di dati sufficienti. Dunque la mappa italiana e quella europea non sono perfettamente sovrapponibili. Le restrizioni saranno applicate in base ai criteri che uno Stato membro è libero di decidere. Fonti di governo hanno fatto sapere che non c’è al momento alcuna ipotesi di inasprimento delle misure restrittive in Italia perché hanno permesso al Paese di contenere la diffusione del virus, invece esploso altrove.

Sorgente: corriere.it

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