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Con le dosi centellinate è giusto o no dare la seconda dose a chi ha saltato la fila ed è finito sotto indagine? Da Bari a Ragusa a Biella, le Asl si dividono: “Aspettino il loro turno”, “No, glielo daremo ma segnaleremo i casi alle autorità”

Alessandra Ziniti

ROMA – Il dilemma, non da poco, adesso è: ma ai furbetti del vaccino dobbiamo pure fare la seconda dose? Con le fiale contate, le regioni costrette a frenare sul calendario, gli anziani che si vedono rinviate di settimane le convocazioni per la somministrazione, è giusto o no completare il percorso di quanti sono riusciti a passare avanti a tutti grazie alla compiacenza di amici nei centri di vaccinazione?

 

 

I casi scoperti ( intendendo quelli su cui è stata aperta un’indagine) sono 540 ma i Nas dei carabinieri che stanno conducendo le verifiche sanno bene che quelli che non sono ancora venuti fuori sono molti ma molti di più: amministratori, dirigenti d’azienda, familiari e amici di medici, sindaci ed ex sindaci, persino figli e nipoti giovanissimi. I loro nomi, naturalmente, sono tutti scritti nei registri delle Asl che hanno loro iniettato la prima dose.

Non fare loro la seconda significa di fatto buttare quelle già somministrate a persone che ( certamente non prima di diverse settimane) come tutti andranno vaccinate, ma fargliela è un’operazione eticamente dura da mandare giù. E le Asl si dividono.

 

 

In Puglia, ad esempio, hanno deciso che i richiami non andranno fatti, non subito almeno, in Sicilia ( la regione al momento con il record di furbetti smascherati) e in Piemonte invece concederanno il richiamo con segnalazione alle autorità competenti.

“Come pazienti, avendo avuto fatta la prima dose devono ricevere anche la seconda – spiega la cabina di regia pugliese – ma nel pieno rispetto delle linee guida. Non possiamo sprecare neanche una dose e dunque chi è passato avanti in maniera surrettizia dovrà cedere il passo. Quando ci saranno dosi a sufficienza per tutti e verrà il loro turno avranno la seconda dose”.

Scelta diversa a Ragusa dove seppure a denti stretti il commissario della Asl Angelo Aliquò abbozza: “ Non possiamo sprecare dosi ma la pagheranno. Dovranno rispondere alla magistratura”.

Anche a Biella, il commissario della Asl Diego Poggio ha deciso di far fare il richiamo alle persone che sono riuscite a  farsi vaccinare senza averne diritto, ottenendo l’appuntamento – è il sospetto – dopo la compilazione di un format diffuso surrettiziamente via chat. “Effettueremo il richiamo – dice Poggio – ma per ognuna di queste persone scatterà una segnalazione alle autorità competenti”.

Sorgente: Virus, i furbetti del vaccino adesso rischiano di non fare il richiamo – la Repubblica

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