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Il social network “limita temporaneamente” le attività del giornale italiano. Intanto l’assessora veneta all’istruzione Elena Donazzan si vede bloccati i profili social dopo aver cantato “Faccetta Nera” alla radio

Dopo Trump, Libero: Twitter ha “limitato temporaneamente” l’account del quotidiano italiano. Che è ancora online e regolarmente consultabile, ma per arrivarci bisogna leggere un’avvertenza: “Attenzione: questo account è temporaneamente limitato. L’avviso qui presente ti viene mostrato poiché l’account in questione ha eseguito delle attività sospette. Vuoi davvero proseguire?”. Un click e tutto torna normale.

 

Visibilità ridotta
Ma c’è un problema: i tweet del quotidiano non appaiono normalmente nella timeline di chi lo segue, la loro diffusione è dunque ridotta, proprio com’era successo con Trump prima della definitiva chiusura del suo account.

È presto per parlare di censura, tuttavia: intanto perché attendiamo una risposta ufficiale da Twitter, che abbiamo contattato, e poi perché la verità potrebbe essere più semplice del previsto. Potrebbe trattarsi di una quantità anomala di segnalazioni, che hanno fatto scattare in automatico il provvedimento, magari perché a San Francisco, dove Twitter ha la sede, non sanno che Libero_Official è l’handle di un organo di informazione e non di un privato cittadino. In questo caso la limitazione potrebbe durare poco, e l‘attività di Libero venire ripristinata in breve tempo.

Che poi, a scorrere gli ultimi tweet del quotidiano, pare ci sia davvero poco da segnalare: molta politica, molto Toninelli, un po’ di cronaca, il vivace scambio di opinioni tra Giorgia Meloni e il direttore de La Stampa Massimo Giannini. Noi in realtà un dubbio lo abbiamo: c’è un tweet in cui si dà conto della teoria per cui il presidente Mattarella sia un agente dei servizi britannici schierato contro #Trump. Beninteso, la teoria è definita “delirante”, e c’è anche su altri siti di informazione, compreso il nostro. Ma potrebbe aver fatto scattare lo zelo di qualcuno che l’ha segnalata a Twitter, e dunque aver causato la limitazione dell’account.

 

 

 

“Torneremo presto”

“Twitter sta  limitando la diffusione dei nostri cinguettii e ci sta impedendo di farne di nuovi. Ancora non ci è chiara la ragione: basta consultare il nostro feed – si legge sul sito Internet del quotidiano fondato da Vittorio Feltri e diretto da Pietro Senaldi – per rendersi conto che, ragionevolmente, non c’è alcun contenuto che vìoli gli standard della comunità (così come riconosciuto da altre testate nazionali che hanno ripreso la vicenda del ‘ban’ che ci ha colpito). Si ricorda che simili limitazioni possono scattare in seguito anche a un numero di segnalazioni del nostro account da parte di singoli individui: in questi casi il blocco – se ingiustificato, come sembra essere in questo caso – è molto limitato nel tempo. Stiamo indagando su quanto accaduto e contiamo di tornare presto a cinguettare”.

 

Errore o censura

Una cosa è certa: il caso di Libero dimostra ancora una volta che le regole delle piattaforme social hanno bisogno di un’urgente revisione. Normalmente, infatti, basta un elevato numero di segnalazioni per limitare l’account di un privato, ma gli standard richiesti per un organo di informazione sono diversi. Così, a meno di un problema tecnico come l’utilizzo di bot o di tentativi di accesso non autorizzati, il caso di Libero sembra più un errore di Twitter che una censura. Nessun social network, infatti, può moderare i contenuti uno per uno: tutti si affidano alle segnalazioni degli utenti, che vengono processate a un primo livello da sofisticati algoritmi, e solo in secondo luogo da esseri umani. Così, per tornare all’esempio delle teorie cospirazioniste su Mattarella, è anche possibile che i cervelloni di Twitter non abbiano colto la presa di distanza da parte di Libero: come quando si denuncia una violenza o una discriminazione e si finisce bannati con l’accusa di essere violenti o di discriminare altri. È successo a molte persone, e noi lo abbiamo raccontato ad esempio qui. Errore dell’algoritmo o scambio di un quotidiano per un privato, il risultato, però, è lo stesso: le decisioni di Twitter non riguardano solo Twitter, incidono sulla civile convivenza e sullo scambio di idee. Sia che vengano dall’alto, come per il blocco di Trump, sia che vengano sollecitate dal basso, come sembrerebbe essere successo all’assessora veneta all’istruzione.

 

L’assessora
Oggi la medaglia del ban può appuntarsela anche Elena Donazzan, che si è vista cancellare il profilo per aver cantato, ospite de La Zanzara di Radio 24, un pezzetto di Faccetta Nera, canzone di chiaro sapore littorio, come si dice di questi tempi. Era venerdì scorso: un weekend di polemiche, poi oggi i suoi account personali sono sospesi su Facebook, Instagram e Twitter, e la Donazzan ha avuto gioco facile a parlare di censura, dichiarando di essere stata “uccisa da Facebook & Co.”, in un’operazione di “pulizia etnica del pensiero”. Anche in questo caso, con ogni probabilità, i provvedimenti sono conseguenza diretta e automatica delle numerose segnalazioni da parte di utenti infastiditi dalla performance canora dell’assessora di Fratelli d’Italia. “Dopo essere stata sconfessata anche dal Presidente della sua stessa Giunta Regionale, che l’ha invitata perlomeno a scusarsi, l’assessora Donazzan è sparita da Facebook, Instagram e Twitter, probabilmente per violazione delle regole della community”. È il commento della Rete degli Studenti Medi del Veneto. Donazzan, viene sottolineato, è solita condividere contenuti “con chiari richiami a ideologie di estrema destra”. “Dopo Trump, oltreoceano, anche l’assessora Donazzan non potrà pubblicare contenuti impropri e fascistoidi sui suoi social – aggiunge Tommaso Biancuzzi coordinatore della Rete degli Studenti Medi Veneto -. Adesso avrà più tempo per meditare sulle sue dimissioni, dal momento che preferisce cantare canzonette del regime, piuttosto che occuparsi di scuola e di università in un’emergenza globale come quella che stiamo vivendo”.

 

 

Sorgente: Twitter limita l’account di Libero quotidiano – La Stampa

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