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E’ necessario che le nazioni che hanno dato origine a questa situazione condannino il colonialismo riconoscendo il proprio comportamento come criminale, si riconcilino con il proprio passato, presentino le proprie scuse e risarciscano le nazioni colonizzate.

Questa decisione contribuirà alla creazione di un clima di amicizia e collaborazione tra i popoli e creerà un precedente estremamente positivo a livello di relazioni internazionali, favorendo la supremazia della “forza del diritto” sul “diritto della forza”

(fotografia dal web: “I marmi di Elgin” – British Museum, Londra)

In questi mesi sono proseguite le richieste di rimpatrio dei resti e di restituzione definitiva dei tesori, così come i tentativi da parte di alcuni ex colonizzatori di ostacolare questo passo inevitabile dell’evoluzione umana.

Il 22 maggio 2020 il Ministro della cultura e degli sport della Grecia Lina Mendoni ha rinnovato la richiesta di restituzione dei marmi del Partenone, asportati da Thomas Bruce VII conte di Elgin durante il periodo coloniale, al British Museum di Londra nel Regno Unito.

Il 12 giugno 2020 l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato la bozza del rapporto Rimpatrio di oggetti cerimoniali e resti umani ai sensi della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, la cui versione definitiva prevista per settembre 2020 è stata rimandata per la pandemia di COVID-19.

Il 12 giugno 2020 il gruppo di attivisti Unité Dignité Courage ha effettuato una prima azione di riappropriazione dei tesori coloniali al Musée du quai Branly di Parigi in Francia, seguita il 30 luglio 2020 da una seconda al Musée des Arts africains, océaniens et amérindiens di Marsiglia in Francia, il 10 settembre 2020 da una terza all’Afrika Musem di Berg en Dal nei Paesi Bassi e il 22 ottobre 2020 da una quarta al Musée du Louvre di Parigi in Francia.

Il 3 luglio 2020, alla presenza del Presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebbounee, i resti di ventiquattro resistenti algerini alla colonizzazione francese sono stati accolti in Algeria con una cerimonia all’aeroporto di Algeri, dopo essere rimasti per un secolo e mezzo al Muséum national d’histoire naturelle di Parigi in Francia.

Il 18 settembre 2020 il Ministro del turismo e delle antichità dell’Egitto Khaled El-Anany ha rinnovato la richiesta di restituzione del busto di Nefertiti, asportato da Ludwig Borchardt durante il periodo coloniale, al Neues Museum di Berlino in Germania.

Il 30 ottobre 2020 il Ministro della cultura, di genere, dello spettacolo e dello sport della Giamaica Olivia Grange ha richiesto la restituzione delle sculture di zemi Taino, asportate da ignoti durante il periodo coloniale, al British Musem di Londra nel Regno Unito.

Il 16 dicembre 2020, in occasione dell’apertura dell’Humboldt Forum, l’Ambasciatore della Nigeria in Germania Yusuf Maitama Tuggar ha rinnovato la richiesta di restituzione dei tesori saccheggiati durante il periodo coloniale ai Musei tedeschi, a cui ha fatto seguito a inizio 2021 l’intervento artistico di Emeka Ogboh in collaborazione con il Museum für Völkerkunde di Dresda in Germania.

Il 24 dicembre 2020 il Parlamento Francese ha promulgato la legge 2020-1673 relativa alla restituzione di beni culturali alla Repubblica del Benin e alla Repubblica del Senegal con cui, pur rispettando le promesse fatte il 23 novembre 2018 dal Presidente francese e il 17 novembre 2019 dal Primo ministro francese, viene però scelto un approccio caso per caso invece della modifica del Codice del patrimonio per rendere le restituzioni definitive possibili e durevoli.

Colonialism Reparation chiede il rimpatrio dei resti e la restituzione definitiva di tutti i tesori saccheggiati dagli ex colonizzatori (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Italia, ecc.) come primo passo nella direzione della Riparazione dei danni del colonialismo, smettendo di ostacolare un passo inevitabile dell’evoluzione umana.

Sorgente: Riparazione del colonialismo – Pagina principale

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