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di Vittorio Malagutti e Mauro Munafó

A dicembre la catena dei Caprotti è sbarcata a Genova, anche grazie all’impegno personale del presidente della Liguria. Tre mesi prima il suo movimento politico ha ricevuto una donazione dal costruttore del supermercato. Lo stesso che aveva già finanziato Fratelli d’Italia

Giovanni Toti ne ha fatta quasi una questione personale. Per anni e in ogni sede, dal consiglio regionale fino ai post su Facebook, il presidente della Liguria ha ribadito il suo impegno per portare l’Esselunga a Genova, piazza da sempre dominata da Coop, marchio rivale dei supermercati della famiglia Caprotti.

Così, quando il 16 dicembre scorso, dopo anni di tentativi a vuoto, Esselunga ha finalmente acceso le sue insegne anche nel capoluogo ligure, Toti ha dato fiato alle trombe della propaganda. «Una grande vittoria per il libero mercato», ha esultato il governatore. Insomma, una battaglia ideale, la sua.

Una battaglia con il marchio Esselunga ma nel nome della concorrenza. E allora sarà forse per difendere gli stessi nobili principi che il 14 settembre dell’anno scorso la società Aep costruzioni ha versato 50 mila euro nelle casse del Comitato Giovanni Toti, da cui dipende il movimento politico “Cambiamo”, fondato dall’ex giornalista Mediaset.

L’Espresso ha verificato che Aep costruzioni condivide con Toti la passione e l’interesse per lo sbarco di Esselunga a Genova. Motivo? Semplice, il gruppo Aep, che controlla Aep costruzioni, ha realizzato il grande supermercato appena ultimato ad Albaro, elegante quartiere della città portuale.

Toti è stato quindi finanziato dall’azienda che ha costruito la struttura commerciale da lui promossa con tanto impegno in questi anni. Già nel febbraio del 2016, da pochi mesi alla guida della Regione, il governatore aveva annunciato una nuova legge sulla programmazione commerciale in Liguria, dicendosi certo che «Esselunga aprirà a Genova». Detto, fatto. Il cantiere è stato affidato dal gruppo Caprotti ad Aep costruzioni, che vanta una lunga esperienza nella realizzazione di grandi strutture commerciali. A settembre, poche settimane prima dell’inaugurazione del nuovo supermercato, l’azienda ha girato il bonifico da 50 mila euro al movimento di Toti. Come prevede la legge, l’operazione è stata registrata nel lungo elenco di società e privati cittadini che nel corso del 2020 hanno finanziato i partiti. In questo stesso elenco, che è depositato alla camera dei Deputati, l’impresa di costruzioni amica del governatore ligure compare una seconda volta.

Infatti, come l’Espresso ha rivelato in un articolo di mese fa , Aep ha dato un contributo anche a Fratelli d’Italia con due versamenti dell’importo totale di 50mila euro. Le donazioni al partito di Giorgia Meloni, eseguite tra settembre e ottobre 2020, sono riconducibili a un altro grosso affare in cui Aep è coinvolta insieme a Esselunga: la cessione di un terreno e la successiva costruzione di un ipermercato del gruppo Caprotti in pieno centro a Lodi.

Il copione sembra lo stesso già andato in scena a Genova. Esselunga sbarca in una città prima presidiata dalla concorrenza, e ci riesce grazie a un’operazione edilizia difesa a spada tratta dalla locale amministrazione di centrodestra.

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Nella giunta di Lodi, guida dalla sindaca leghista Sara Casanova, siede infatti anche Fratelli d’Italia che, per convincere la cittadinanza della bontà del progetto Esselunga / Aep, ha addirittura promosso una raccolta firme dal poco equivocabile titolo “Firma per il sì all’Esselunga a Lodi”. Senza l’ok del comune l’operazione non sarebbe mai potuta andare avanti: il supermercato dovrebbe nascere infatti in un’area dell’ex consorzio agricolo in cui, per poter costruire, è stato necessario approvare un Piano Integrato di Intervento, in variante del Pgt.

Aep, sede in provincia di Pavia, controllata dalla famiglia Dallera, negli ultimi anni ha costruito supermercati e ipermercati per conto di Esselunga in molte città del Nord: Milano, Varese, Bologna, in Brianza e nel Pavese. Appalti per un valore complessivo di decine di milioni di euro. A Lodi però il progetto del nuovo centro commerciale ha sollevato critiche e proteste, a cui presto potrebbero aggiungersi ricorsi al Tar e anche un esposto penale. Le forze di opposizione (Pd, Movimento 5 Stelle e liste civiche), affiancate da diverse associazioni e comitati cittadini, da mesi stanno facendo pressioni sulla giunta chiedendo maggiore trasparenza su un progetto che finora è stato portato avanti in consiglio comunale a colpi di votazioni a maggioranza e senza confronto.

Dopo lo scoop dell’Espresso sul finanziamento di Aep a Fratelli d’Italia, le proteste sono salite di tono insieme alla richiesta di chiarire le motivazioni di questa donazione. Niente da fare: bisogna correre. E negli scorsi giorni, si è scoperto anche perché. Il contratto con cui il terreno viene venduto da Aep a Esselunga per la cifra di 13 milioni e 700mila euro (terreno che Aep aveva acquistato all’asta per 9 milioni e 450mila euro) include infatti una serie di clausole capestro.

Il documento datato 29 giugno 2019, consultato dall’Espresso, prevede infatti la nullità dell’atto se entro 18 mesi non fosse stata approvata la variante del Pgt con l’ok a costruire il supermercato di Esselunga. Di più: nel contratto sono precisati nel dettaglio gli spazi, i servizi e le cubature che dovrà avere il supermercato.

In altre parole, la giunta di Lodi si è limitata a dare l’ok in tutto e per tutto al progetto speculativo studiato e proposto dalle due aziende. Superata nel dicembre scorso la scadenza dei 18 mesi è probabile che Esselunga e Aep abbiano trovato un’intesa per una dilazione. Questione di poche settimane. Entro i primi giorni di febbraio la giunta conta di completare l’iter per il via libera definitivo del progetto. E così anche Lodi potrebbe presto avere la sua Esselunga. Proprio come Genova. Dove regna Toti finanziato da Aep, il costruttore di fiducia dei Caprotti.

Sorgente: La battaglia di Giovanni Toti per Esselunga e quei 50mila euro donati al governatore – l’Espresso

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