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Nominato a luglio, lascia l’incarico dopo la bufera sollevata dall’inchiesta di Report e dopo l’indagine della procura sull’audio rubato ai due vigili accusati di fare sesso in auto. Lettera di tre pagine alla sindaca: “L’Amministrazione conosce quei fatti, non c’è stato il minimo cenno di vicinanza da parte sua alla mia persona e al mio ruolo”

Un passo indietro “necessario” ma “doloroso”, motivato così: “Ho dovuto constatare, con sorpresa e rammarico la mortificante assenza del benché minimo cenno, da parte Sua, di vicinanza alla mia persona e al mio ruolo”. Firmato: Stefano Napoli. Una fitta lettera di tre pagine, indirizzata esclusivamente alla sindaca Virginia Raggi e datata 30 novembre, pone fine al brevissimo (era stato nominato all’inizio di luglio) mandato del comandante della polizia locale di Roma. Raggi si ritrova, dunque, con una grana in più (e non di poco conto) a 7 mesi dalla fine della sua consiliatura e, soprattutto, con un corpo di vigili urbani che, a leggere la lettera di Napoli, è molto più che irritato dall’atteggiamento che la prima cittadina ha assunto nei confronti dei vertici dei “pizzardoni” capitolini negli ultimi giorni.

Prima la bufera del servizio di Report “Potere capitale” che, il 23 novembre, ha messo in luce inchieste giudiziarie e ombre attorno ad alcune figure apicali della municipale di Roma, un’istituzione che conta 6.000 agenti che hanno svariati compiti, dalla sicurezza stradale ai controlli sulle occupazioni di suolo pubblico. Poi, negli stessi giorni, uno scandalo sessuale (con un audio rubato che riguarda un presunto rapporto avvenuto lo scorso agosto, in orario di lavoro, tra due agenti di vigilanza a un campo rom) ha sollevato un verminaio di vendette, soffiate anonime e aperto uno squarcio inedito e poco edificante sul corpo di polizia locale. “Sono, in buona sostanza tutti fatti che l’Amministrazione conosce nel dettaglio per esserne stata protagonista diretta ovvero per esserne stata doverosamente messa a parte dai propri dipendenti”, scrive Napoli nella sua durissima lettera di dimissioni.

 

Un addio comunicato alla sindaca perché “il Corpo necessita, per venirne adeguatamente tutelato, di una guida convintamente supportata sul piano istituzionale e di indirizzo dagli organi politici”. Cosa che, secondo Napoli, negli ultimi sette giorni sarebbe mancata. Lo stesso comandante era stato messo in discussione dopo un colloquio, il 24 novembre, avuto con la sindaca durante il quale Raggi gli aveva sì rinnovato la fiducia ma aveva comunque imposto a Napoli di avviare, in tempi brevi, una rotazione massiccia del personale del I gruppo, quello impegnato nel I Municipio, a partire dal personale impiegato nei controlli su commercio, ambulanti, edilizia e concessioni per le riprese cinematografiche. Tutti settori che l’inchiesta di Report aveva ampiamente documentato e messo in discussione.

Napoli stesso, poi, in scadenza comunque a fine anno, era stato citato dalla trasmissione tv a proposito di una telefonata con l’ex comandante del Corpo Angelo Giuliani (arrestato nel 2014 e poi prosciolto dalle accuse) per sollecitare un intervento dei vigili a favore dell’onorevole Marco Marsilio, attuale governatore dell’Abruzzo. Gli addebiti sono stati tutti respinti dai protagonisti ma Napoli, lo spiega nella sua lettera, si sarebbe aspettato qualcosa di più da parte della sindaca che poco avrebbe fatto, scrive, per tacitare “l’inusitata invettiva mediatica esplosa a partire da lunedì 23 novembre che ha investito e gravemente screditato sia il sottoscritto che l’intero corpo di polizia locale di Roma capitale”. In un passaggio l’ex comandante attacca anche il piano di rotazione richiesto dalla prima cittadina che, a suo dire, metterebbe in discussione “il piano triennale anticorruzione e i diritti individuali del personale coinvolto nella rotazione medesima”.

Alla richiesta di chiarimenti dello stesso Napoli sarebbe calato, da parte di Raggi, un eloquente silenzio “forse il segnale più evidente dell’isolamento cui sopra ho accennato” che crea “scoramento e sconforto nell’intero corpo”. Probabilmente solo l’ultimo atto che ha convinto Napoli a rassegnare le sue dimissioni. Un atto che apre ora un’altra voragine all’interno dell’amministrazione M5S, con la sindaca costretta a correre ai ripari e ad anticipare un cambio che avrebbe voluto affrontare solo col prossimo anno.

 

Sorgente: Roma, scandali e inchieste: si dimette il comandante dei vigli urbani – la Repubblica

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