0 8 minuti 3 anni

Questo articolo di Federico Fubini,  é stato pubblicato dal Corriere della Sera il 27 giugno 2020: interessante leggerlo o rileggerlo in questi giorni ….

“Angela Merkel, in una intervista alla Süddeutsche Zeitung ha affermato che la decisione di utilizzare il Meccanismo europeo di stabilità — Mes — è e resta «italiana»: «Ma non lo abbiamo attivato perché rimanga inutilizzato». Le dichiarazioni della cancelliera — accolte con freddezza dal premier italiano, Giuseppe Conte — tradiscono una forma di sorpresa: perché uno strumento messo in piedi a un costo politicamente molto elevato sembra essere così osteggiato in uno dei Paesi più colpiti in Europa dalla pandemia di coronavirus?

Per capirlo occorre spiegare che cosa sia il Mes: e a quali condizioni possano essere incassati i soldi messi a disposizione da questa istituzione.

Che cos’è, dunque, il Mes? Di per sé, il Meccanismo europeo di stabilità è un ente intergovernativo la cui base legale è un trattato fra i Paesi dell’area euro, che ne sono azionisti in quote più o meno pari al loro peso economico: ed esiste legalmente dal 27 settembre del 2012. Lo scorso aprile, durante un Euroogruppo, è stato raggiunto un accordo sul «Pandemic Crisis Support», gestito dal Mes: una linea di credito dal valore, per ogni Paese, a somme non superiori al 2% del suo prodotto lordo del 2019. Per l’Italia, circa 40 miliardi di euro.

Il tasso d’interesse sarebbe negativo (l’Italia dovrebbe rimborsare meno di quanto ha preso in prestito) nel caso di una scadenza a sette anni; e praticamente zero (0,08%) nel caso di una scadenza a dieci anni. Un prestito a dieci anni del Mes, ai rendimenti attuali dei titoli di Stato, farebbe dunque risparmiare all’Italia 4,8 miliardi rispetto a un prestito che l’Italia dovesse cercare sul mercato collocndo titoli di Stato. Quei 4,8 miliardi sarebbero dunque un margine che questo governo o più probabilmente governi futuri potrebbero investire nella scuola, nella spesa sociale, in grandi opere o nella riduzione dell’enorme debito pubblico.

A cosa dovrebbero servire questi fondi del Mes? La sola condizione prevista per accedere questo strumento è che esso venga utilizzato solo per «spese sanitarie dirette e indirette». In altri termini, quel prestito potrebbe essere speso per rafforzare i presidi ospedalieri, assumere personale medico e paramedico, ma anche per la prevenzione sanitaria in altri campi: la messa in sicurezza di aziende che riprendono la produzione, l’edilizia scolastica adesso che ci sarà bisogno di più aule per classi più piccole. In altri termini questo nuovo strumento del Mes richiede che si aumenti, anziché diminuire, la spesa sociale.

Ci sono vincoli preliminari? No. L’Eurogruppo, che riunisce gli Stati azionisti del Mes, ha chiarito che il Pandemic Crisis Support è disponibile per tutti gli Stati membri e non prevede una «sorveglianza rafforzata» del tipo di quella vista in anni recenti per il salvataggio della Grecia, con i rappresentanti di Commissione Ue, Bce, Fmi. Non ci sono riforme economiche o di bilancio preliminari che vengono richieste.

Inoltre, l’intero esborso avverrebbe tutto entro il primo anno di vita della linea di credito e il Mes non sarebbe comunque in grado di vincolare nuovi trasferimenti di denaro a aggiustamenti macroeconomici che non siano già stati discussi preliminarmente.

L’unico vincolo è appunto quello di destinazione della spesa: quei fondi vanno usati per spese sanitarie, dirette e indirette, legate all’emergenza Covid. Sanità, cura, prevenzione: una definizione che potrebbe includere anche, per esempio, l’onere di tenere a casa lavoratori di imprese chiuse, mentre la «prevenzione» potrebbe riguardare gli investimenti da fare per mettere e mantenere una fabbrica nelle nuove condizioni di sicurezza necessarie alla ripresa della produzione.

Esistono condizioni legate alla sostenibilità del debito? La risposta è sì: ma l’analisi è già stata effettuata, e ha «promosso» l’Italia. «Gran parte del debito è emesso a tassi fissi», ha notato la Commissione, «la maturità media è aumentata negli ultimi anni raggiungendo quasi gli 8 anni» ed è positiva «l’importante quota del debito pubblico detenuta dai residenti».

Perché alcune forze politiche continuano a nutrire dubbi — tanto che, come indicato qui, il fronte del no è più forte di quello del sì, in Parlamento? (A favore ci sono il Pd, Italia Viva, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi; contro, i 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia)? Forse perché fra il 2010 e il 2012 il Fesf e il Mes hanno concesso circa 98 miliardi di prestiti al Portogallo, oltre duecento miliardi alla Grecia, 76 miliardi all’Irlanda, 41 miliardi alla Spagna: e in quel caso ci fu una «verifica esterna» dei programmi di risanamento dei Paesi da parte delle autorità europee. Una condizione che il nuovo strumento non ha.

Perché altri Paesi non richiedono questo prestito del Mes? Economie indebitate e colpite da Covid come Spagna e Portogallo hanno una buona ragione per non farlo che l’Italia non ha: pagano già tassi d’interesse molto bassi per finanziarsi sul mercato. Il rendimento del bond decennale di Madrid e di Lisbona è dello 0,45% e ciò rende il risparmio relativo dell’accesso al Mes molto più piccolo che per l’Italia. Da notare che da settimane persino il rendimento dei bond greci è più basso di quello che deve offrire l’Italia per trovare creditori sul mercati.

Non è preciso peraltro dire che nessuno accede al Mes. Cipro lo sta facendo e da quando è iniziata a trapelare questa notizia, poco dopo la metà di maggio, il costo generale dell’indebitamento del Paese è crollato: giù dall’1,33% allo 0,90%. Una delle ragioni è che l’accesso a quella linea di credito soddisfa una condizione necessaria perché la Banca centrale europea possa attivare, in caso di crisi, le Outright Monetary Transactions. Queste ultime sono acquisti potenzialmente illimitati di titoli con scadenze fino a tre anni sui titoli di un Paese preso di mira sul mercato. Dunque l’accesso al Mes sta già facendo risparmiare denaro a Cipro anche sul resto dell’indebitamento.

Ciò per l’Italia farebbe una grossa differenza, perché quest’anno deve finanziarsi sul mercato per almeno 600 miliardi di euro; una differenza anche solo di 0,3% nei rendimenti offerti al mercato permetterebbe al contribuente di risparmiare circa due miliardi.

Qualcuno obietta: «Ma i Trattati non sono cambiati». Di solito questo è l’argomento dei più disinformati, che non sanno più cosa inventarsi per difendere una posizione precostituita. Non c’è niente nei Trattati dell’Unione europea che obblighi il Mes a fare o non fare qualunque scelta. Il Trattato del Mes prevede sì «condizionalità» sui prestiti. Ma, appunto, essa in questo caso prevede solo che il denaro sia investito in spesa sociale. Nient’altro.

Per questo chi rifiuta il Mes, sapendo di aver comunque bisogno di decine di miliardi di prestiti, dovrebbe spiegare agli italiani per quale motivo ha deciso di mettere su di loro e sui loro figli l’onere di debiti aggiuntivi (almeno 4,8 miliardi, ma probabilmente di più) che sarebbero stati evitabili.”

 

Sorgente: Quali le condizioni per incassare fino a 40 miliardi dall’Europa?

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20