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L’istituzione di una fondazione cyber, proposta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e poi ritirata, per ora, dopo le proteste Pd e di Italia Viva, resta nelle cronache della verifica di governo in corso. Insieme alla richiesta, sempre dem e Iv, di un sottosegretario, un’autorità delegata ai servizi di informazione e sicurezza. Tema tutto politico, quest’ultimo; un po’ meno il primo, per i profili ormai sconfinati del rischio cyber. Li sottolinea, su un piano tecnico, Stefano Mele, presidente della commissione cibernetica del Comitato Atlantico Italiano.«Occasione di sviluppo economico»La creazione dell’Istituto Italiano di Cybersicurezza, sottolinea Mele, intanto ci «permette di adempiere alla richiesta dell’Unione europea di creare un centro di ricerca nazionale come interfaccia con il costituendo European Cybersecurity Competence Center». Ma c’è un punto strategico più immediato, anzi urgente. L’Istituto potrebbe avere «la principale funzione di colmare un’esigenza fondamentale, ovvero la mancanza di un fondo istituzionale di venture capital in materia di innovazione tecnologica». Mele, insomma, invita a guardare oltre la polemica su contrasti politici e poltrone. A suo avviso si tratta invece di «una preziosa opportunità».

Sorgente: Intelligence, venture capital nella fondazione per la cyber security – Il Sole 24 ORE

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