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Quanto hanno resistito i sistemi sanitari europei alla pandemia? L’ultimo rapporto Health at a Glance dell’OCSE, pubblicato il 19 novembre, formula una risposta a questa domanda sintetizzando i dati disponibili. In particolare, nella sua introduzione l’istituzione sottolinea che la pandemia «ha messo in luce fragilità latenti del sistema sanitario che esistevano prima dell’epidemia». Il rapporto prosegue affermando che «nonostante si parli molto della spesa sanitaria come un investimento piuttosto che un costo, gli approcci politici non erano cambiati in modo significativo prima della crisi». L’istituzione sottolinea inoltre la necessità di tenere conto delle disuguaglianze sociali nell’assistenza sanitaria quando si tratta di COVID-19 (ricchi e poveri sono colpiti in modo diverso) e la necessità di politiche governative che includano i determinanti sociali della salute.

L’OCSE aggiunge la resilienza del sistema sanitario agli indicatori della condizione di questi sistemi sanitari, accanto all’accessibilità, alla qualità dell’assistenza e all’efficacia. A questo proposito, i risultati sono piuttosto evidenti. A ottobre 2020 oltre sette milioni di persone hanno contratto il COVID-19 nell’UE, in Islanda, Norvegia e Svizzera, mentre 220.000  persone sono morte a causa del virus (su un totale di 450 milioni di abitanti). In media, il 90% delle persone decedute aveva 60 anni o più. In molti paesi europei, più della metà di coloro che sono morti di COVID-19 erano residenti in case di cura.

Sorgente: I sistemi sanitari europei erano già deboli prima della pandemia – Linkiesta.it

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