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Iv alza la tensione. Oggi il premier incontra Pd e M5S. Piano per i fondi Ue entro dicembre

La mossa di Giuseppe Conte per uscire dall’angolo viene comunicata alle otto di una domenica segnata da nuovi attacchi di Italia Viva e da non robustissime difese dagli alleati. Il premier decide di accelerare sul Recovery plan e convoca tutte le forze di maggioranza: oggi M5S e Pd, domani i riottosi renziani e Leu. L’avvocato è pronto a definire con gli alleati la governance e i saldi del programma da 209 miliardi, dopo lo scontro che ha originato questa sorta di pre-crisi che accompagna la fase calda dell’emergenza Covid.

Giornata nata sotto cattivi auspici, per il primo ministro, con le dichiarazioni su Sky del coordinatore di Iv, Ettore Rosato, che afferma che il governo – in attesa del chiarimento richiesto – in questo momento non ha la fiducia dei renziani ma neppure della maggioranza. E poi, con Repubblica, rincara la dose allontanando l’ipotesi di elezioni in caso di crisi: “Conte non è l’unica soluzione per il Paese”.

Sono accuse che seguono altre, da parte di Iv, e che fanno irritare una volta di più il presidente del Consiglio. Che invoca una presa di distanza da parte degli altri partiti della maggioranza. Le reazioni arrivano alla spicciolata e, almeno per quanto riguarda il Pd, non giungono dai vertici: c’è Michele Bordo, vicecapogruppo alla Camera, che ricorda come Italia Viva abbia il 2 per cento e abbia fallito l’obiettivo di “distruggere i dem”: per questo motivo invita Rosato a parlare solo a nome del proprio partito. Ma quando interviene il vicesegretario Andrea Orlando, lo fa solo per invitare Conte a sbloccare l’impasse sulla spesa dei fondi europei e sulla stressa posizione stanno i ministri Gualtieri e Amendola.

 

Solo a tarda ora le repliche a Rosato, più dure, da parte del M5S, che con il capodelegazione Alfonso Bonafede defisce “irresponsabili” i renziani. Mentre Luigi Di Maio, dagli schermi di “Che tempo che fa”, scaccia le voci di un interesse personale a un turn-over a Palazzo Chigi: “Il mio nome è stato spesso associato a “premier”, ma io voglio andare avanti con questo governo, continuare a fare il ministro degli Esteri. Una follia mettere in discussione Conte”.

Fatto sta che il presidente, in serata, si convince a offrire alla sua coalizione una revisione “concordata” del Recovery. Convoca per oggi il Movimento 5Stelle e il Pd, domani Iv e Leu. Al suo fianco, fa sapere, ci saranno i ministri pd Gualtieri e Amendola e sul tavolo “i lavori di preparazione” – così li chiama – del piano. Conte, sui saldi e sulla task force sembra pronto ad aprire in maniera sostanziale. La cabina di regia ci sarà ma i suoi poteri saranno ridotti. Il controllo previsto per il Parlamento sarà più capillare, forse cambierà anche lo scherma dei sei top manager. Ci sarebbe anche da aumentare i fondi per la Sanità, quei nove miliardi considerati una cifra esigua dai big dello schieramento.

La strategia è chiara: mostrare maggiore disponibilità al dialogo e sciogliere il nodo del Recovery prima della verifica di maggioranza e, soprattutto, di un consiglio dei ministri a rischio altissimo. Non è che Renzi accolga questa scelta facendo salti di entusiasmo: “Se il cambio di metodo che chiedevamo – fanno sapere fonti di Iv – è che dobbiamo apprendere di convocazioni a Palazzo Chigi dalle agenzie o dagli sms di Casalino non hanno capito cosa stanno rischiando”,

Renzi conviene sul fatto che Conte stia cercando di aprire ma non deflette: attende risposte su tutte le questioni poste, non solo sul Recovery. Ma non vuole fornire alibi al premier né agli alleati. E quindi la delegazione di Italia Viva risponderà all’appello. Ma in un clima sempre più teso. E con qualunque scenario aperto sul futuro dell’esecutivo.

Sorgente: Governo, Conte appeso alla sfiducia di Renzi convoca i partiti e accelera sul Recovery – la Repubblica

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