0 5 minuti 3 anni

Bisognerà aspettare la primavera per apprezzare gli effetti dell’immunità. E le foto delle piazze piene fanno paura. Arcuri: assembramenti insopportabili. Ricciardi: nuova stretta, o a febbraio l’epidemia ripartirà come un treno

di Michele Bocci

Assembramenti. Fuori dai ristoranti e dai bar, nelle vie dello shopping in centro e in periferia, nei paesi e nelle metropoli. La prima domenica in giallo per alcune grandi regioni, come Lombardia e Piemonte, complice l’avvicinarsi del Natale, ha riempito le strade. E del resto, se i negozi sono aperti, le persone vanno a fare acquisti o almeno a vedere le vetrine. Le notizie di un vaccino che arriverà meno rapidamente di quanto ci si aspettasse, e soprattutto — almeno inizialmente — con meno dosi — non sembra aver abbattuto né suggerito maggiori cautele a un gran numero di italiani. A Milano, Torino, ma anche Bologna (in zona gialla da una settimana), Firenze e Napoli (in giallo da domenica prossima) migliaia di persone ieri hanno riempito le strade.

Sono ricominciati gli spostamenti. Lo dicono anche i dati delle mappe di Apple, che registrano i percorsi dei telefonini. Negli ultimi giorni (e non è disponibile il dato di ieri), i movimenti a piedi e in macchina in Italia sono tornati simili a quelli di metà ottobre-fine novembre, cioè a prima che si adottassero le zone di tre colori per classificare la rigidità dei provvedimenti restrittivi.

Il trend di miglioramento c’è ma è fragile, e ci sono zone con problemi ancora in atto, come ad esempio il Veneto, e per far risalire la curva basta poco: «Una settimana». Più o meno diranno questo, oggi, gli esperti del Cts ai capi delegazione della maggioranza, alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e al ministro della Giustizia Alfonso Boonafede. I tecnici sono stati convocati per una riunione ieri sera verso le 21, evidentemente alla luce delle immagini della tanta gente in giro nel weekend. L’obiettivo dei politici è fare il punto sulla situazione e sul rischio sanitario. Il Cts, o più probabilmente alcuni rappresentanti del Comitato, spiegheranno che i rischi sanitari ci sono: quelli, appunto, di veder ripartire i contagi e di conseguenza anche di osservare una crescita dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva. Vista anche la posizione tenuta negli ultimi mesi, i tecnici non si opporranno certo alle ipotesi di provvedimenti restrittivi che potrebbero essere avanzate, già oggi o nei prossimi giorni.

«Oggi sui siti si vedono le immagini dei centri con insopportabili assembramenti di persone, dobbiamo fare ogni sforzo e sacrificio perché quanto successo questa estate non succeda più», ha detto ieri il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. Il consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi non vuole parlare di terza ondata: «È ancora in corso la seconda, visto che non stiamo appiattendo la curva dei contagi. A gennaio potremmo vederla rialzare la testa. Fa bene la Germania ad approfittare dei giorni di festa per prendere provvedimenti restrittivi. A febbraio o marzo, così, ripartirà come una locomotiva».

Quanto alle immagini delle strade piene, Ricciardi parla di «follia collettiva. Qui la zona gialla è interpretata come se fosse verde». E infatti l’epidemia nelle regioni che hanno le restrizioni meno pesanti, come il solito Veneto ma anche il Friuli, non sta rallentando come altrove. I casi sono stabili: tanti. E anche i numeri dei posti letto occupati non scendono. Fa eccezione il Lazio, unica Regione tra quelle rimaste sempre gialle in cui si vede un miglioramento.

Ricciardi ha partecipato anche alle trattative dell’Europa per le primo dosi di vaccino. Anche qui, le notizie degli ultimi giorni sui problemi di alcune aziende farmaceutiche che dovrebbero rifornire anche l’Italia non hanno spaventato i cittadini, a giudicare dagli assembramenti. «Ci vorrà un po’ di tempo per vedere l’effetto positivo delle vaccinazioni — spiega Ricciardi — Se va tutto bene, bisognerà aspettare aprile o comunque i mesi prima dell’estate per avere una buona copertura. Non mi riferisco all’immunità di gregge, che arriverà solo a fine anno, ma alla protezione intanto di un buon numero di persone a rischio. Insomma: bisogna aspettare e quindi bisogna mantenere comportamenti adeguati. Ma il vaccino, fortunatamente, non sarà la nostra unica arma. Avremo a disposizione, sempre nel 2021, anche gli anticorpi monoclonali».

Sorgente: Coronavirus: febbre da shopping e vaccini in ritardo, perché l’Italia teme la terza ondata | Rep

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20