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Nella contea di Maricopa alcuni sostenitori di Trump sono scesi in strada armati al grido di “stop al furto”. A Detroit manifestanti hanno tentato di entrare in un ufficio di conteggio dei voti

Sale la tensione negli Stati Uniti dopo le presidenziali, con proteste e disordini in diversi Stati. A New York, dopo scontri con la polizia, sono state arrestate centinaia di persone che chiedevano il conteggio di ogni voto. Altri tafferugli sono stati segnalati a Portland (Oregon), nella contea di Maricopa (Arizona), a Denver e a Minneapolis. In Arizona, in particolare, sostenitori di Trump sono scesi in strada armati al grido di “stop al furto”. Lo speciale Corsa alla Casa Bianca 2020

Sale la tensione anche a SeattleBoston e in Michigan. A Chicago, invece, non si sono registrati fermi né violenze. Situazione simile, ma senza fermi e violenze, anche a Chicago. Anche in altri Stati i manifestanti si dividono in chi appoggia le richieste del tycoon, che ha parlato di “voto truffa”, e chi invece per condannare le sue parole dalle quali si capisce che non ha alcuna intenzione di accettare il risultato elettorale.

 

La protesta a New York – Quello nella Grande Mela era partito come un corto pacifico, formato da centinaia di persone che hanno chiesto venga “contato ogni voto” dopo l’annunciato inizio della battaglia legale di Donald Trump per bloccare lo spoglio elettorale in alcuni Stati. Poi però sono iniziati i disordini. Secondo la polizia, alcuni manifestanti hanno tentato di “sabotare una protesta pacifica appiccando incendi, gettando uova e spazzatura a Manhattan”. “Non può essere tollerato e non sarà tollerato che vengano portate armi alle proteste pacifiche”, si legge in un altro tweet con le immagini del materiale sequestrato.

 

 

Usa 2020, sostenitori di Trump armati alla manifestazione

 

La protesta in Arizona – Almeno 300 persone, alcune delle quali imbracciavano fucili e pistole, si sono riunite davanti al dipartimento elettorale a Phoenix per contestare il vantaggio di Joe Biden dopo le accuse di brogli di Trump. C’è persino Fox News, l’emittente da sempre più vicina all’attuale inquilino della Casa Bianca, nel mirino dei contestatori che fuori dal centro elettorale della Maricopa County hanno chiesto di contare “fino all’ultimo voto”.

 

I voti nella “storica” contea repubblicana – Una piccola folla ha scandito “Fox News Sucks” (“Fox News fa schifo”), contestando la decisione della rete di assegnare lo Stato – che attribuisce 11 cruciali voti elettorali – a Joe Biden. In effetti, il leggero margine del candidato democratico potrebbe erodersi e addirittura scomparire alla luce proprio del conteggio dei voti ancora da calcolare nella contea di “storica” fede repubblicana.

 

 

Portland, proteste anti Trump: bruciata la bandiera americana

 

La protesta in Oregon – A Portland, in Oregon, diverse persone sono state arrestate. Tra queste, una aveva con sé un fucile ed è stata “attivata” la Guardia Nazionale. Nel centro della città, dove si sono registrati i disordini, sono state distrutte vetrine di negozi, lanciate di bottiglie e almeno una molotov. E’ stata data alle fiamme anche una bandiera degli Stati Uniti.

 

La protesta in Michigan – Anche a Detroit, in Michigan, sono stati i sostenitori di Trump a scendere in piazza. A decine si sono diretti in un centro di conteggio dei voti gridando: “Fermate il conteggio”. Le proteste sono iniziate poco prima che l’Associated Press affermasse che Biden aveva vinto la corsa alla presidenza nello Stato, andato ai repubblicani alle precedenti elezioni. Il video girato dai giornalisti locali ha mostrato dozzine di persone raccolte fuori dal Tcf Center di Detroit e all’interno dell’atrio, con i poliziotti in fila per impedire loro di entrare nell’area del

Sorgente: Usa 2020, proteste in diversi Stati dopo le elezioni: centinaia di arresti tra i manifestanti – Tgcom24

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