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Il necrologio della democrazia americana era prematuro, per parafrasare Mark Twain. Le istituzioni hanno retto alla prova anche stavolta. Nonostante tutte le bizze del presidente uscente, la transizione è cominciata.

Lo era nei fatti, con Joe Biden che ha già passato le ultime 24 ore ad annunciare futuri ministri. Adesso però è anche formalmente vero, e riconosciuto dall’Amministrazione Trump, che sarà lui il 46esimo presidente degli Stati Uniti. Il passaggio cruciale è venuto da una (finora) oscura funzionaria nominata da Trump per gestire tutta la logistica della Casa Bianca.

 

È lei che deve consegnare al presidente-eletto le “chiavi” di accesso, in senso fisico e figurato, perché il prossimo esecutivo possa cominciare a fare cose essenziali: pianificare il passaggio delle consegne, prendere conoscenza dei dossier più cruciali, avere accesso a notizie top secret. Finora questo ufficio della logistica era rimasto fermo alla puntata precedente, non riconosceva come legittima e definitiva la vittoria di Biden, quindi bloccava tutto.

Ha prevalso – se non proprio l’eleganza – quantomeno il senso dell’interesse nazionale e del pericolo. Da più parti anche nel partito repubblicano si erano levate voci allarmate sui rischi legati allo stallo: lasciare al buio un’Amministrazione entrante può significare esporre l’America ad attacchi terroristici oppure a offensive di rivali geostrategici come la Cina, la Russia, l’Iran. Ha prevalso il senso di responsabilità, sia pure in ritardo e obtorto collo. Vi ha contribuito il fatto che quasi tutti i ricorsi legali presentati dalla campagna Trump sono stati bocciati o hanno dato adito a nuovi conteggi che non cambiavano il risultato finale: spesso vi hanno contribuito dirigenti locali del partito repubblicano, che hanno fatto il proprio dovere e l’interesse del paese, non quello di Trump o del partito. Le ferite di questa campagna elettorale rimarranno profonde. Però la liberaldemocrazia più antica del mondo ha dimostrato ancora una volta che i suoi contropoteri, controlli e contrappesi, funzionano e garantiscono lo Stato di diritto.

Sorgente: Trump riconosce a Biden la vittoria delle elezioni Usa: la transizione – la Repubblica

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