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L’ong Sea Watch ha tenuto a ricordare sul suo sito il terzo anniversario del naufragio in cui, il 6 novembre 2017, persero la vita 50 persone a 30 miglia dalle coste libiche

L’ong Sea Watch ha tenuto a ricordare sul suo sito il terzo anniversario del naufragio in cui, il 6 novembre 2017, persero la vita 50 persone a 30 miglia dalle coste libiche. Mentre 47 fra i sopravvissuti furono respinti illegalmente in Libia a causa del «comportamento sconsiderato e criminale della cosiddetta Guardia Costiera Libica». L’imbarcazione, SeaWatch3 riuscì a portare in salvo 58 persone. Tra i naufraghi portati in salvo c’era Giwa che racconta nel comunicato: «La motovedetta libica 648 si avvicinò al nostro gommone in modo pericoloso e poco professionale e, invece di soccorrere le persone, le gettò in acqua». La Sea-Watch 3 arrivò sul posto circa mezz’ora dopo, trovandosi di fronte uno scenario «drammatico».

Gennaro, mediatore culturale a bordo della nave in quella missione, ricorda quei «Momenti concitati racchiusi in poco tempo, secondi che sembravano ore. Non posso dimenticare quando, prima di arrivare al gommone, si iniziavano a intravedere i primi corpi in acqua, vivi o morti”, ricorda Gennaro.  Il comunicato dell’Ong conclude dicendo: «la ferita di quella giornata tragica continua a bruciare nei nostri cuori e rappresenta l’emblema del fallimento delle politiche di esternalizzazione dell’Unione Europea, complice e facilitatrice di queste violazioni dei diritti umani. Alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si sono rivolti nel 2018, per ottenere giustizia, 17 fra i sopravvissuti, comprese due persone fra quelle riportate in Libia, che subirono nuovamente torture e violenze».

Sorgente: Tre anni fa ci fu la strage di 50 migranti a largo delle coste libiche

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