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I batteri nascosti immortalati grazie alle tecniche della Scientifica: «Le macchie della pandemia nei luoghi della quotidianità»
di Stefano Landi, foto di Pietro Baroni e Marco Casino

La scena del «crimine»

La scena del «crimine»

Il rischio è che, vedendo queste foto, qualcuno cominci a camminare sulle punte. Non è la scena di un crimine, ma il progetto di due fotografi che volevano cercare di raccontare l’invisibile agli occhi. Quando vi dicono di igienizzare le mani si capisce cosa e quanto si può evitare.

La realtà in cui viviamo

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La realtà in cui viviamo

«Un rischio che va oltre l’attuale emergenza e psicosi Covid: la realtà e le superfici in cui viviamo sono pieni di agenti patogeni. Dobbiamo riconsiderare gli standard di pulizia e asetticità», raccontano Pietro Baroni, 42 anni, milanese e Marco Casino, 34, napoletano, che hanno dato vita a Pandemic Stains .

Gli scatti durante il lockdown

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Gli scatti durante il lockdown

Hanno iniziato a scattare di notte durante il lockdown di primavera, quando Milano era davvero deserta. Per farlo hanno comprato una luce multi spettro, la stessa in dotazione alla Polizia scientifica per le indagini. «Un macchinario ingombrante, da usare con cautela: ci è voluto un mese di preparazione e quasi dieci minuti a scattare ogni immagine».

I luoghi

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I luoghi

Luoghi privati o pubblici. Case, ma anche telefoni, cuffie, mascherine, chiavi, banconote. Automobili o treni. La nostra vita lascia tracce biologiche ovunque.

Sorgente: Le tracce invisibili del Covid sulle superfici scovate dalle luci speciali della polizia – Corriere.it

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