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NEW YORK – Quando John Tang, all’alba del nuovo secolo, decise di fondare un nuovo giornale era uno studente poco più che ventenne. L’Epoch Times, che è oggi uno dei più grandi fenomeni nel mondo digitale dell’informazione (o disinformazione), nasce in un seminterrato in Georgia, dove Tang studiava e dove soprattutto era conosciuto per la sua stretta militanza in Falun Gong, l’allora piuttosto nuovo movimento spirituale (fondato in Cina da Li Hongzhi nei primi anni Novanta) che in pochi anni aveva trovato – grazie alla grande comunità cinese-americana – decine di migliaia di adepti negli Stati Uniti. I fondatori del giornale (a Tang si associarono subito in molti) spiegarono che il loro obiettivo era quello di rispondere alla pesante censura cui Falun Gong era soggetta in Cina e diffondere nel mondo i principi (improntati alla massima segretezza) del gruppo religioso. Per lanciarlo scelsero New York City capitale dei media americani e così, nel maggio del 2000 il giornale (solo in cinese) fece la sua comparsa nei chioschi e negli appositi contenitori gialli agli angoli delle strade di Manhattan. Tre mesi dopo partiva anche il sito web. Nel giro di tre anni, l’Epoch Times diventa uno dei più grandi siti di notizie cinesi con edizioni locali fuori dalla Cina (dove era ovviamente proibito): Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Indonesia, Taiwan, Hong Kong ed anche in alcuni paesi dell’Europa occidentale. A fine 2003 arriva la prima edizione in inglese, seguita nella lancio dell’edizione cartacea a New York nel 2004.

Sorgente: Usa, Epoch Times, la gigantesca macchina di influenza pro Trump – la Repubblica

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