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Ci sono molte e ottime ragioni per criticare l’incredibile governo Conte, ma non quella di soffiare sul fuoco del malessere italiano, di presentarsi come l’ennesimo Masaniello e di non condannare i camorristi e i fascisti che lucrano sulle difficoltà create dalla pandemia

di Mario Lavia

Se la destra sceglie la via sudamericana soffiando sul fuoco del malessere italiano ecco che abbiamo un altro bel problema. Ascoltando Giorgia Meloni da Lucia Annunziata l’impressione è che la sua scelta sia proprio questa: confondendo tra essere all’opposizione e essere parte della classe dirigente del Paese, Giorgia Meloni evidentemente vuole diventare il punto di riferimento delle migliaia di persone in difficoltà, o addirittura dimenticate, intende mettersi alla guida della protesta, del ribellismo, dei tumulti: a Napoli si vota l’anno prossimo, no? Ecco dunque come iniziare una lunga e torbida campagna elettorale.
La leader di Fratelli d’Italia, va da sé, ha tanti motivi per protestare contro l’operato di un governo che chiude mezza Italia dopo essersi distratto per cinque mesi. L’aria che sprizza a palazzo Chigi è quella del che Dio ce la mandi buona e speriamo di fare un minimo di cenone natalizio, come ha detto il premier su suggerimento del Fatto Quotidiano, la Pravda italiana. «Non si capisce dove stiamo andando», ha detto Carlo Bonomi con frase tragicamente esatta.
Ed è per tutti tremendamente faticoso dar retta allo stesso Giuseppe Conte che si è sempre detto sicuro del fatto suo, e invece sta portando oggi il Paese con i piedi nell’acqua con ventunomila contagi ieri: ma se chiunque ha buoni motivi per avercela col governo, un leader politico, anche dell’opposizione, in un momento così non getta acqua sul fuoco. Meloni si opponga pure – magari evitando di esaltare Bolsonaro – ma senza fare il Masaniello, o peggio. Neppure i suoi nonni del Movimento sociale, con Aldo Moro rapito, fomentarono il Paese. E questi reclamano il coinvolgimento, per giunta. Se lo devono meritare, un tavolo comune.
E dov’è Matteo Salvini? Dall’ex ministro dell’Interno che lasciava in mare dei disperati ci si poteva attendere qualche cosina contro i camorristi che a Napoli hanno gettato decine di fiammiferi sulla benzina o i fascistelli che a Roma hanno provato a dare fastidio a una città già nevrastenica per conto suo. E invece niente. Solo bordate al governo.
Questi leader della destra hanno molti voti. Sono ascoltati e apprezzati da mezza Italia. Sta anche e soprattutto a loro contribuire ad abbassare la temperatura. Occhio, che le prossime settimane potrebbero essere le più difficili della nostra storia recente e la classe politica tutta – maggioranza e opposizione – non possono sbagliare: a rischio non c’è solo la salute dei cittadini, e nemmeno solo l’economia italiana, ma ci può essere persino la democrazia e la civiltà di questo Paese.

Sorgente: Un’altra occasione persa per Meloni e la destra di mostrarsi classe dirigente – Linkiesta.it

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