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È stato firmato nella giornata di lunedì 19 ottobre il decreto del Ministero della Funzione Pubblica riguardo all’utilizzo della modalità di lavoro in smart working nel pubblico impiego.

D’altronde il nuovo DPCM introduce nuove regole per i dipendenti pubblici, come il divieto di organizzare riunioni in presenza eccetto che per alcuni casi eccezionali. Inoltre, il Premier ha anche chiesto di incentivare, laddove possibile, il lavoro nella modalità agile.

A tal proposito, il decreto del Ministero della Pubblica amministrazione ribadisce che nel pubblico impiego il “lavoro agile costituisce una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa”.

Fino alla data del 31 dicembre 2020 per accedere al lavoro agile non sarà richiesto alcun accordo individuale e questo può avere ad oggetto “sia le attività ordinariamente svolte in presenza dal dipendente, sia, in aggiunta o in alternativa e comunque senza aggravio dell’ordinario carico di lavoro, attività progettuali specificamente individuate tenuto conto della possibilità del loro svolgimento da remoto, anche in relazione alla strumentazione necessaria”.

Nulla di nuovo, come per la parte in cui viene confermato che i lavoratori che rendono la propria prestazione in modalità agile non subiscono alcuna penalizzazione, né ai fini del riconoscimento di professionalità né per quanto riguarda la progressione di carriera.

Questo provvedimento, comunque, riconosce l’importanza di incentivare lo smart working nel pubblico impiego, obiettivo tra l’altro ribadito da Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo DPCM, ma non pone come valore minimo quel 75% di cui tanto si parla. Il limite minimo, infatti, resta quello del 50% come possiamo leggere nella parte del decreto dedicata all’organizzazione del lavoro agile nella Pubblica Amministrazione.

Smart working per i dipendenti pubblici: cosa dice il nuovo decreto ministeriale
Ecco, punto per punto, gli aspetti più importanti del nuovo decreto ministeriale firmato nella giornata di lunedì 19 ottobre dal Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone:

qualora non sia già stato fatto, ogni dirigente dovrà organizzare il proprio ufficio assicurando lo svolgimento del lavoro agile ad almeno il 50% del personale;
adottare nei confronti dei dipendenti, specialmente per i lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile, se necessario anche attraverso l’adibizione a diversa mansione (purché ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento);
favorire la rotazione del personale in modo da assicurare un’equilibrata alternanza nello svolgimento dell’attività in modalità agile e di quella in presenza;
rispetto delle prescrizioni sanitarie vigenti per le attività in presenza;
assicurare – e qui la novità più importante – tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con qualità e effettività del servizio erogato;
il lavoro agile si svolge ordinariamente in assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro;
viene stabilito anche che le pubbliche amministrazioni organizzazione e svolgono riunioni solamente in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni che giustifichino la riunione in presenza.

DM Ministero della Pubblica Amministrazione del 19 ottobre 2020
Clicca qui per scaricare il testo del decreto ministeriale firmato dal Ministro della Funzione Pubblica nella giornata di lunedì 19 ottobre, indicante le norme riguardo allo smart working nel pubblico impiego.

Lo smart working al 75% non è la regola
La quota di smart working al 75% di cui si era tanto parlato prima dell’approvazione del nuovo DPCM, quindi, non diventa regola ma solamente raccomandazione.

D’altronde lo aveva anticipato il Ministro Dadone sulla sua pagina Facebook, spiegando che “il lavoro agile sarà attuato almeno al 50% del personale impegnato in attività da poter svolgere a distanza, con l’invito, per le amministrazioni dotate di adeguata capacità organizzativa e digitale, a raggiungere le percentuali più elevate possibili”.

Ma conoscendo lo stato degli uffici pubblici italiani ci chiediamo: quanti effettivamente, sono dotati di adeguata capacità organizzativa e digitale tale da portare a ricorrere ad una quota maggiore di dipendenti in lavoro agile?

Sorgente: Smart working dipendenti pubblici: il testo del nuovo decreto firmato dal Ministro Dadone

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