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Superamento del bicameralismo perfetto e rafforzamento del governo con la sfiducia costruttiva. Due dei cardini della proposta di riforma costituzionale del Pd presentata in una conferenza stampa dal segretario Nicola Zingaretti e dai vertici dem. Una revisione delle norme attuali «offerta agli altri partiti della maggioranza» ma senza escludere le opposizioni, dal momento che Forza Italia e il presidente Berlusconi hanno mostrato disponibilità al dialogo e «non c’è una chiusura pregiudiziale della destra italiana di Salvini e Meloni ad aprire un confronto».

Non discutibile la soglia del 5%

Un punto fermo è che la soglia del 5% rimane fuori dal tavolo. «Quel 5% non è messo a caso ma è il giusto correttivo di un proporzionale che dia stabilità al governo. Non è un numero figlio della casualità. Ma figlio del confronto politico. È una delle condizioni per andare avanti non ci sono margini di discussione». Quanto al nodo delle preferenze Zingaretti spiega di essere d’accordo sulla necessità di «porre al centro il tema del rapporto tra eletto ed elettore» aggiungendo che il «rischio della degenerazione» non si pone fino in fondo visto che il sistema è usato per le elezioni comunali, regionali e per le europee («vedo il limite che questo metodo apre una competizione interna alle liste»). Nel convincimento «personale» del segretario l’opzione migliore che unisce eletti ed elettori è il sistema elettorale delle Provincie e del Senato prima del 1993: «collegi in un sistema proporzionale con soglie, che toglie il problema del finanziamento delle campagne elettorali e della competizione interna alle liste».

Sorgente: Pronta la proposta di riforme istituzionali targata Pd. Zingaretti: «Soglia del 5% non si discute» – Il Sole 24 ORE

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