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25 April 2024
0 5 minuti 3 anni

Doveva chiudere il 28 ottobre, ma la mobilitazione nazionale e internazionale ha convinto il sindaco repubblicano a rinviare il tutto di sei mesi. Il rifugio continuerà quindi ad accogliere i migranti che percorrono la rotta alpina. In tre anni sono state ricevute a Briançon circa dodicimila persone.

Maurizio Pagliassotti

  • Il sindaco di  Briançon, Arnaud Murgia, ha concesso ai volontari che gestiscono il rifugio solidale che accoglie i migranti della “rotta alpina” sei mesi di proroga.
  • La decisione arriva dopo un duro scontro che ha generato una mobilitazione internazionale in difesa di un centro che in tre anni ha accolto dodicimila tra uomini, donne e bambini.
  • Il flusso di migranti in arrivo dall’Italia, lungo la val di Susa, sebbene ridotto rispetto agli anni 2018-2019, non si è interrotto.

Arnaud Murgia, il sindaco repubblicano di Briançon che appena eletto aveva dato lo sfratto ai volontari che accolgono i migranti in arrivo dall’Italia attraverso la “rotta alpina”, ha ceduto.
Il rifugio non chiuderà il prossimo 28 ottobre e le associazioni che lo gestiscono da tre anni continueranno il loro lavoro per altri sei mesi: la notizia è stata data con un comunicato stampa dallo stesso sindaco che ha dovuto prendere atto delle mobilitazione, nazionale e non solo, contro la chiusura del centro.

«Concedo all’associazione Refuge Soliadaires sei mesi di proroga per superare il periodo invernale”», ha dichiarato il sindaco della cittadina francese che si trova a dodici chilometri dal confine italiano, «in compenso – ha aggiunto – loro si impegnano a chiudere il rifugio. L’accordo è stato trovato in un clima amichevole».

 

I volontari dell’associazione Refuge Solidaires che hanno accettato la mediazione, confermano che al termine dei sei mesi concessi da Murgia troveranno altri locali dove spostare il sito di accoglienza.
Si tratta di una vittoria politica non indifferente da parte del variegato mondo dei volontari impegnati nell’accoglienza dei migranti in Francia. Una resistenza culminata in una raccolta firme che ha raggiunto quota quarantamila in poche settimane, e ha messo in evidenza quanto vasta sia la rete sociale e culturale che supporta il soccorso dei migranti lungo la rotta alpina.

In un comunicato l’associazione Tous Migrants ha espresso la propria soddisfazione: «Grazie a ciascuna delle vostre voci, di fronte a questa massiccia mobilitazione, il sindaco di Briançon e il presidente della comunità dei comuni di Briançonnais hanno riconsiderato la  decisione di evacuare il Rifugio Solidaire il 28 ottobre 2020. A seguito della creazione di una commissione composta di funzionari eletti e rappresentanti del Rifugio, si è impegnato per iscritto a rinunciare a qualsiasi sfratto entro sei mesi e ha fatto riempire il serbatoio dell’olio della caldaia. La gente del posto continuerà quindi ad accogliere gli esiliati per tutto l’inverno.
Questa è una prima vittoria per la mobilitazione!»

In realtà la vittoria non è ancora completa. «Il magazzino dove si trovano le attrezzature di soccorso alpino per gli esiliati che attraversano il confine – si legge ancora nel comunicato – è ancoraa rischio chiusura a dicembre 2020. I migranti e l’associazione Medici del mondo hanno appena inviato al sindaco di Briançon una lettera congiunta chiedendo di lasciare aperto il magazzino. Vi terremo informati sugli ulteriori sviluppi della situazione».

 

Il rifugio di Briançon ha accolto nei suoi locali circa dodicimila tra uomini, donne e bambini, prevalentemente di origine africana, in arrivo dal valico della val di Susa. Un flusso che ha avuto l’apice, fino a quaranta passaggi a notte a duemila metri di quota, anche in inverno e con condizioni climatiche estreme, dopo l’approvazione dei decreti sicurezza da parte del governo Conte 1. Una normativa che, unita al crescere di una certa intolleranza sia dal punti di vista politico che sociale, ha spinto migliaia di persone verso una migrazione dalle caratteristiche molto simili a una fuga.
Nelle ultime settimane il rifugio di Briançon è rimasto aperto nonostante la minaccia di sfratto, attrezzandosi anche per la gestione di eventuali crisi sanitarie, condizione questa dettata dalle dimensioni eccezionali assunte dalla pandemia in Francia.

Il flusso di migranti lungo la rotta alpina, ridotto rispetto i tragici anni 2018-2019, è ancora presente.

Sorgente: Migranti, il rifugio di Briançon resta aperto per altri sei mesi

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