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L’assessore alle pari opportunità aveva rivendicato pochi giorni fa il diritto di usare le parole «ricchione» e «negro»

Con la prematura morte di Jole Santelli, la guida della Regione Calabria passa ora al suo esuberante vicepresidente, il leghista Antonio Spirlì, detto Nino. L’assessore alle Pari opportunità, 58 anni e omosessuale dichiarato e sovranista, con un passato come autore tv, era salito recentemente agli onori della cronaca per una sua uscita pubblica contro il politicamente corretto.

Dal palco di Catania, nell’evento per difendere Matteo Salvini sotto processo per il caso Gregoretti, aveva tuonato contro la «lobby frocia» (cit.) rivendicando l’uso delle parole – appunto – «frocio», «ricchione» e «negro», «perché non c’è altro modo». Il tutto condito da uno sventolio di rosario e l’invito ad affidarsi al «cuore di Gesù che ci aiuta sempre».

 

 

Inutile dire che le sue parole contro il politicamente corretto avevano sollevato molte polemiche da più parti (non dalla sua), con tanto di invito rivolto da Pd e Anpi – proprio alla presidente Santelli – di rimuoverlo dal suo incarico di assessore. Invino che non è stato accolto e che oggi lo porta tristemente alla presidenza della Calabria. Ruolo che ricoprirà fino alle prossime elezioni che, a questo punto, arriveranno il prima possibile.

 

L’ultima vergogna del vicepresidente leghista della Calabria: “Dirò ‘negro’ e ‘frocio’ finché campo”

 

Fervente cattolico, dopo la sua elezione, non mancò di rimarcare la sua fede e, in pieno Salvini style, si rivolse così ai suoi elettori: «Invoco la benedizione del Signore e mi affido alle amorevoli cure della Santa Vergine Immacolata. E mi impegno a svolgere il mio compito nell’unico interesse della mia gente. Accompagnatemi solo con le vostre preghiere. Grazie. Dio vi voglia bene».

Sorgente: La guida della Regione Calabria affidata al vicepresidente Spirlì, quello della “lobby frocia” – La Stampa

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