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Martedì sera, durante la trasmissione Otto e mezzo su La7, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto che in questo momento, per affrontare l’epidemia da coronavirus nelle scuole, sono necessari i test rapidi perché «non possiamo mandare in quarantena i nostri studenti perché hanno un raffreddore o hanno un’influenza». Azzolina ha poi elogiato la regione Emilia-Romagna che «ha messo a disposizione test nelle farmacie».

Alla ministra ha però replicato l’immunologa Antonella Viola, ospite in collegamento della trasmissione, che le ha ricordato che i test recentemente resi disponibili gratuitamente in Emilia-Romagna nelle farmacie non sono i test rapidi, cioè quelli antigenici, ma i sierologici.

Viola ha spiegato alla ministra che i test sierologi non servono per fare diagnosi, ma sono «uno strumento epidemiologico che serve per capire qual è la prevalenza dell’infezione nella popolazione», cioè per capire quante persone, dopo essere state contagiate, hanno sviluppato gli anticorpi. Viola ha detto che ciò che è necessario per la scuola in questo momento sono invece i test antigenici rapidi, cioè quelli che stabiliscono in tempi brevi se una persona, in quel momento, è positiva, e quindi anche in grado di trasmettere il virus.

– Leggi anche: I molti test per capire se si ha il coronavirus

Il test antigenico più diffuso e utilizzato dalle autorità sanitarie è quello che colloquialmente viene chiamato “test del tampone”. Si effettua utilizzando appunto un tampone (una specie di lungo e sottile cotton fioc) che viene inserito in profondità nel setto nasale per prelevare campioni di muco e saliva. Il campione viene poi trattato con particolari sostanze (reagenti) e con macchinari PCR Real Time, che servono per amplificare la quantità del materiale genetico del coronavirus eventualmente presente.

test sierologici invece si effettuano attraverso l’analisi di un campione di sangue e non servono per rilevare direttamente la presenza del materiale genetico virale, come avviene con il test con tampone, ma per misurare la quantità e le tipologie di anticorpi (immunoglobuline, Ig) prodotti dal nostro sistema immunitario per difendersi da ciò che proviene dall’esterno (antigene), e che può costituire una minaccia, come appunto il coronavirus.

 

 

Sorgente: La differenza tra test sierologico e antigenico, che non ha capito neanche la ministra Azzolina | Flashes – Il Post

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