Felipe, la star di YouTube che sfida Bolsonaro in Rete: “In Brasile ormai è dittatura” | Rep
Il vlogger Felipe Neto, 31 anni, è la star del web brasiliano: ha 40 milioni di follower sulla piattaforma di video e 11 milioni su Twitter. “Se un clown come me è costretto a dire la sua, vuol dire che la situazione è molto grave”di DANIELE MASTROGIACOMO
Nel Paese dei social come il Brasile, la Rete è tutto. È l’agorà del nuovo mondo. Lo sanno bene i figli di Jair Bolsonaro che hanno convinto il padre a creare l’“Ufficio dell’odio”, la potente macchina che ha costruito il consenso e lo ha portato in trionfo dove non avrebbe mai pensato mai di arrivare. Per questo oggi accusa i colpi che un giovane, occhi neri e profondi, faccia da bravo ragazzo, gli sferra nello stesso terreno su cui ha costruito il suo successo: il web.
Felipe Neto, 32 anni, cresciuto ai margini delle favelas, una famiglia profondamente religiosa e reazionaria, è tra i più noti influencer del Brasile. Forte dei 40 milioni di follower su YouTube e 11 su Twitter, questo ragazzetto ha lasciato per un momento il mondo dei videogiochi per puntare il dito contro “la dittatura strisciante” nel Brasile. Lo denunciano in tanti. Personaggi famosi, star dello spettacolo, cantautori, indossatrici, attori e attrici. Ma non fanno presa. La macchina della propaganda di Bolsonaro ormai neanche replica. La gente sbuffa o applaude. Ma resta distratta. Con Felipe, no. Con l’intrattenitore, come lo chiamano tutti, è diverso.
L’impatto è stato immediato. Perché conosce lo strumento che usa e perché dice le cose con la semplicità con cui parla al suo pubblico di giovanissimi. «Penso che qualsiasi comunicatore che resta in silenzio su quello che stiamo vivendo è nei fatti complice», ha spiegato a El País. Silenzio sulla corruzione che avvolge la famiglia Bolsonaro, sugli incendi in Amazzonia e nel Pantanal, sulla disastrosa gestione del Covid. «Non puoi cavartela dicendo che non segui l’attualità, ti sei chiuso in casa, non so quello che accade quindi preferisco tacere», aggiunge lo Youtuber. «Se un clown come me è costretto a dire la sua, a prendere la parola in modo serio, allora vuol dire che la situazione è veramente grave».
Felipe non è di sinistra. Ma non è neanche di quelli che considera la destra e la sinistra steccati ideologici superati. È cresciuto in un ambiente chiuso e conservatore dove «la paura della dittatura era una costante». Non se ne parlava in famiglia, bastavano le poche cose che si ricordavano del passato. Lo scatto che ha smosso Felipe è stata la minaccia da parte di Bolsonaro di sciogliere il Congresso: l’accostamento con quanto avvenne col golpe militare è stato immediato. Il giovane ha denunciato la deriva che stava prendendo il Brasile. Lo ha detto in modo serio, abbandonando per una volta i toni burloni e le sciocchezze con cui ogni mattina, tramite i suoi video, riempie i social.
Bolsonaro e il suo “Ufficio dell’odio” lo hanno rintuzzato e riempito di minacce. Estese a sua madre che Neto ha preferito mandare «per un po’» in Portogallo. «Non potevo tacere», ripete. Le sue parole pesano. Con la Rete ci lavora. A 13 anni aveva già un’impresa. A 20 ne aveva accumulate tre, tutte fallite. Capita a chi rischia. Tre anni dopo guadagnava 20 milioni di reais brasiliani. Oggi collabora con quattro aziende che producono le tante versioni di Minecraft, famoso videogioco, e danno lavoro a 500 persone. Time lo ha appena inserito tra le 100 persone più influenti al mondo. L’unico brasiliano oltre a Bolsonaro. Lo ha sfidato e lo ha colpito.
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