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di Marco Santopadre

Roma, 22 ottobre 2020, Nena News – Con il 51.7% dei voti il nazionalista di destra Ersin Tatar ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali tenutesi domenica scorsa nella piccola “Repubblica di Cipro Nord”, nata nel 1983 proprio in seguito all’invasione dell’isola da parte dell’esercito di Ankara e la cui indipendenza è riconosciuta a livello internazionale esclusivamente dalla Turchia. Nel 1974 le truppe turche intervennero in seguito ad un maldestro colpo di stato organizzato a Cipro dal regime greco dei colonnelli per destituire il presidente Makarios e porre l’isola sotto il controllo della Grecia. I turchi occuparono la parte settentrionale di Cipro cacciando più di 150 mila greco-ciprioti, dividendo l’isola in due parti su base etnico-religiosa e trasferendo nel piccolo territorio decine di migliaia di soldati, funzionari e coloni dall’Anatolia.La vittoria di Ersin Tatar, economista ed imprenditore sessantenne, costituisce una novità rilevante, essendo il nuovo presidente favorevole al mantenimento di due stati diversi a Cipro – uno greco e l’altro turco – mentre il suo predecessore e principale rivale, il socialdemocratico Mustafa Akinci, dato per favorito alla vigilia, aveva sostenuto l’opzione di uno stato unico federale.Nel suo discorso di ringraziamento dopo la vittoria, Tatar ha esplicitamente ringraziato il leader turco Erdogan per il suo esplicito sostegno ed ha riaffermato i leit motiv della sua campagna elettorale, annunciando un ampliamento delle relazioni economiche con la Turchia. Pur dicendosi disposto a tendere la mano ai greco-ciprioti per una “soluzione pragmatica” dello storico contenzioso, il nuovo presidente ha riaffermato che «il popolo ha dimostrato di rivendicare il nostro stato, la nostra terra e la garanzia rappresentata dalla Turchia» affermando che nessuno potrà mai allontanare Cipro Nord da Ankara.La reazione di Erdogan non si è fatta attendere; «Mi congratulo con Ersin Tatar. La Turchia continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per proteggere i diritti del popolo turco-cipriota» ha scritto su Twitter. D’altronde Tatar è considerato un uomo di Erdogan, intenzionato a legare strettamente l’agenda politica locale agli interessi della “madrepatria” e del suo attuale governo, il che impensierisce le correnti turco-cipriote che invece negli ultimi anni avevano lavorato alla distensione e al compromesso, a partire anche da valutazioni di tipo economico. Il rischio che alcuni osservatori intravedono è che Cipro Nord diventi una vera e propria pedina nelle mani del ‘sultano” che sembrerebbe intenzionato a cristallizzare la partizione del 1983 mandando all’aria anni di trattative per una graduale riunificazione. Secondo alcuni commentatori, Erdogan starebbe addirittura pensando ad una pura e semplice annessione della porzione di territorio cipriota occupato 46 anni fa. In ogni caso, è chiaro che d’ora in poi le decisioni più importanti che riguardano Cipro Nord verranno prese ad Ankara.Negli ultimi anni erano stati i greco-ciprioti a dire no ad una riunificazione che lasciasse invariata la divisione etnica dell’isola – favorita dalla dominazione coloniale britannica – e che non prevedesse il ritiro degli oltre 35 mila soldati turchi stanziati nel nord e la fine del meccanismo della “garanzia” di Ankara, che sembra aver quindi abbandonato il precedente assenso ad una soluzione federale.I socialdemocratici ed altri partiti usciti sconfitti hanno denunciato un’interferenza turca senza precedenti nella campagna elettorale. Non solo Erdogan ha rivolto numerosi appelli al voto per Tatar. Le autorità di Ankara hanno promesso il varo di un nuovo gasdotto a Cipro Nord e l’apertura ai bagnanti di una famosa spiaggia, quella di Varosha, da 46 anni occupata dai militari insieme alla zona costiera di Famagosta, abbandonata dai greco-ciprioti in fuga dai rastrellamenti turchi. Inoltre, a pochi giorni dal voto, la Banca Turca dell’Agricoltura ha promesso di donare 2000 lire turche a 10.000 contadini di Cipro Nord. Riconoscendo la sconfitta e annunciando il ritiro dalla politica, l’anziano Akinci ha affermato che le ultime elezioni “non sono state normali”. Dal primo turno al ballottaggio, in effetti, l’affluenza alle urne è cresciuta dal 58 al 67%, e sulla vittoria di Tatar avrebbe pesato la capillare mobilitazione (non sempre spontanea e gratuita) dei ceti meno abbienti e quella dei coloni turchi, che rappresentano ormai circa il 30% della popolazione.Le sorti della “Repubblica Turca di Cipro Nord”, che conta appena 320 mila abitanti e occupa un terzo dell’isola, potrebbero rivelarsi centrali per le crescenti aspirazioni egemoniche di Erdogan e la vicenda locale sarà sicuramente utilizzata da Ankara all’interno della sempre più tesa relazione tra la Turchia e l’Unione Europea.La vittoria di Tatar giunge proprio mentre l’isola è al centro di una nuova escalation tra Turchia e Grecia per lo sfruttamento energetico della porzione di mare al largo dell’isola. Nei giorni scor

Sorgente: ANALISI. Le mani di Erdogan su Cipro nord. Sullo sfondo la guerra del gas

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