0 6 minuti 4 anni

Ultimatum dall’Europa: “Situazione peggiore rispetto a marzo. Misure più stringenti o altri lockdown saranno inevitabili”L’Italia a rischio basso ma il governo vuole estendere l’obbligo di tamponi ad altri Paesi. Verso la proroga dello stato di emergenza

DI TOMMASO CIRIACO E ALBERTO D’ARGENIO

Roma — I governi europei adottino misure più stringenti, altrimenti nuovi lockdown generalizzati saranno inevitabili: è l’allarme lanciato dalla Commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, assieme all’Ecdc (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie). Bruxelles lancia dunque «l’ultimo allarme», anche se sottolinea che l’epidemia in Italia e Germania risulta essere sotto controllo più che in altri Paesi. Ma è proprio per evitare drastici interventi futuri che il governo italiano lavora in queste ore a nuove strette. In particolare, l’esecutivo valuterà entro pochi giorni se estendere i tamponi obbligatori ai viaggiatori provenienti da altri tre Paesi continentali, allungando una lista che comprende già – tra gli altri – Francia e Spagna. Si tratta di Belgio, Repubblica Ceca e Regno Unito.

L’allarme della Commissione europea è drammatico. «In alcuni Paesi la situazione dell’Unione è peggiore che a marzo – sottolinea Kyriakides – Siamo preoccupati. Qualcuno penserà che lanciamo messaggi pessimistici, ma invitiamo con urgenza le capitali ad applicare i provvedimenti raccomandati a luglio se vogliono evitare di dover decretare nuove chiusure totali». In piena estate, in effetti, la Commissione aveva promesso ai cittadini che non ci sarebbero mai più stati lockdown totali, elencando i provvedimenti da adottare. Nel frattempo, però, la situazione in Europa è tornata critica.

Certo, non tutti i Paesi versano nella stessa condizione. Per Bruxelles, l’epidemia è sotto controllo in Italia e Germania. Austria, Belgio, Danimarca, Olanda e Francia, invece, sono giudicate dalla Commissione a rischio crescente, mentre Spagna, Bulgaria, Romania e Ungheria vengono classificate ad «alto rischio» e considerate aree in cui «l’aumento dei decessi è già stato osservato o potrebbe essere osservato presto». La commissaria invita quindi i governi a eseguire più test, a migliorare il tracciamento e a rinforzare la sanità pubblica. Le autorità devono essere pronte a reagire subito contro i focolai attraverso lockdown mirati, chiudendo le attività dove non è possibile il distanziamento. Non si raccomanda invece la serrata preventiva delle scuole: interventi del genere sono necessari solo di fronte a casi conclamati o ad un alto numero di assenze causate dalla “somma” di influenza e Covid. Ma non basta. Bruxelles si raccomanda con la popolazione affinché rispetti il distanziamento sociale, frequenti sempre le stesse persone (la cosiddetta “social bubble”), indossi le mascherine, eviti feste e cene. E dedica un capitolo a parte alla fascia più giovane (15-49 anni), in questa fase la più colpita e capace di contagiare le persone più vulnerabili, sollecitando ai governi campagne di informazione rivolte ai ragazzi, in grado di sradicare le fake news che ne influenzano i comportamenti.

E l’Italia? “Assediata” dalla pandemia europea, Roma si attrezza. Roberto Speranza, che continua a predicare prudenza («è ancora dura», dice), studia in queste ore le contromisure. La prima potrebbe portare a breve ad allargare la lista dei Paesi europei a rischio per i quali è previsto l’obbligo del tampone nelle 72 ore precedenti l’arrivo, oppure nelle 48 ore successive (restando nel frattempo in isolamento). Tutto dipenderà dalle curve dell’epidemia dei partner continentali, ma la restrizione potrebbe interessare la Repubblica Ceca, il Belgio e soprattutto la Gran Bretagna (mentre la Grecia, già nella lista, potrebbe subire degli allentamenti). Chi monitora questi numeri al ministero farà il punto all’inizio della prossima settimana, poi si deciderà se estendere le misure sui tamponi a tutti e tre i Paesi o soltanto ad alcuni di essi.

Ma non basta. Sempre Speranza, che ieri ha fatto il punto della crisi con gli omologhi europei di Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna e Olanda, considera improvvida la possibilità di estendere al 25% la capienza del pubblico degli eventi sportivi. Resterà la soglia di mille persone, e peserà molto il parere del Comitato tecnico scientifico (che, di norma, è sempre assai prudente).
In prospettiva, resta la questione della proroga dello stato d’emergenza, che scade il 15 ottobre. Della questione Conte e Speranza non hanno ancora discusso. Decideranno a ridosso della scadenza, in base all’evoluzione della pandemia. In particolare, l’esecutivo intende valutare ai primi di ottobre i numeri dei contagi generati dall’effetto-scuola, a qualche settimana dalla riapertura. Una cosa, però, è ben chiara al governo: se lo stato d’emergenza era necessario a luglio, il momento più “fiacco” dell’epidemia, difficilmente potrà non esserlo a metà ottobre.

Sorgente: Virus, allarme Ue: intervenite subito. Stretta in vista sugli arrivi da Londra | Rep

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20