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«Io vuole imparare italiano»,  bufera sul manuale per le elementari

Nel libro di letture per le seconde classi la frase è pronunciata da un bambino nero. La denuncia degli insegnanti: «Linguaggio imbarazzante». «Ritiratelo dal mercato». L’editore si scusa: «Abbiamo già modificato la pagina»

di Antonella De Gregorio

«Vignette razziste da guerra d’Africa». Indignata, una maestra di scuola elementare milanese, ha postato sul suo profilo Facebook una pagina del sussidiario che tanti bambini di seconda hanno in mano in questo giorni di rientro in classe, il libro («Le avventure di Leo», edito dal Gruppo editoriale Raffaello) che li accompagnerà per tutto l’anno. A pagina 4, sotto al saluto «Bentornati a scuola», l’autore propone un breve testo e una riflessione, chiedendo ai bambini di formulare un proposito per il loro anno di ripartenza. Gli esempi sono scritti nei fumetti: la bimba con i capelli biondi e il cerchietto: «Quest’anno vorrei fare tanti disegni con i pennarelli», il ragazzino vivace con un ciuffo rosso: «Vorrei andare sempre in giardino a ricreazione». E quello nero, che dice: «Quest’anno io vuole imparare italiano bene». Una frase che scandalizza la giovane docente, Francesca Sempio, 36 anni, che fotografa e pubblica: «Non è il libro che usiamo nella mia classe, ma è in adozione in molte scuole – spiega -. Mi mancano le parole per dire quanto razzisti, beceri, lontani dalla realtà delle classi, siano gli autori e gli editori di questa cosa che non riesco a chiamare libro», scrive. «Ritiratelo dal mercato». Sotto, i commenti dei follower: «Da denunciare», «Razzismo puro».

«Un pessimo film degli anni Trenta»

È da un paio di giorni che l’immagine circola: anche l’associazione no profit «Educare alle differenze» ha pubblicato le pagine incriminate: «Ancora una segnalazione sui libri di testo. Un libro che entra in classi interculturali in cui bambine e bambini nati e cresciuti in Italia hanno colori diversi, famiglie miste, adottive, genitori che provengono da altri paesi ma vivono qui da anni o che sono a loro volta nati e cresciuti qui. Ma anche bambini arrivati da poco che portano con sé le loro culture d’origine. Bambini che continuiamo attraverso rappresentazioni come questa ad additare come stranieri, come altro rispetto a una presunta normalità italica, e a scimmiottare con un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta».

Libertà di insegnare

Non è la prima volta che manuale per le scuole finiscono sotto accusa, per lo più perché tramandano modelli di mascolinità e femminilità rigidi e anacronistici: un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati e padri severi ma anche da madri dolci e affettuose, casalinghe felici, streghe e principesse. Scrive Francesca Sempio: «Insegnanti, riprendiamoci la libertà di insegnamento. Effettuiamo la scelta alternativa al libro di testo unico. Per fortuna, i nostri alunni non sono bidimensionali né stupidi come li dipinge questa pagina». Un modello di scelta sensibile è quello seguito nella sua scuola: per i libri di lettura, che tanta influenza hanno nella crescita e nella strutturazione dell’identità dei bambini, « le proposte del team interclasse vengono integrate con la ricca biblioteca scolastica, libri portati dagli alunni da casa o acquistato dagli insegnanti».

La difesa

Per quanto riguarda la vignetta contestata, c’è anche chi la giustifica: «Un bimbo nella mia classe, straniero, non conoscendo la lingua ma desiderando ardentemente di padroneggiarla, si esprimeva esattamente con queste parole. Non è razzismo. È un bambino che si sforza di comunicare nonostante le barriere». E ancora: «Quando si cerca la polemica ad ogni costo…per favorire l’inclusione bisogna innanzitutto riconoscere la diversità…».

Le scuse dell’editore

L’editore, intanto, investito dalle polemiche, corregge il tiro annunciando di aver già avviato la modifica della pagina. «Il Gruppo Editoriale Raffaello – ha fatto sapere – è da sempre molto attento a tematiche quali l’inclusione, l’interculturalità e l’ascolto delle esigenze dei bambini e dei genitori. Questi sono i valori che orientano il lavoro delle nostre redazioni, dei nostri collaboratori e degli esperti che ci affiancano, sempre portato avanti con la massima cura, dedizione e passione. Ci scusiamo per l’illustrazione oggetto di molte critiche, che ha urtato la sensibilità e offeso, non era certamente nostra intenzione. Abbiamo già provveduto a modificare la pagina, subito disponibile per chi utilizza il testo in questo anno scolastico. Ovviamente il libro, in fase di ristampa, sarà modificato».

Nel dibattito si è inserito anche il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone – sottosegretario all’Istruzione nel governo Renzi – che afferma: «Non c’è scusa che tenga da parte della casa editrice Raffaello. La scuola è una cosa seria e un libro di testo per i bimbi della seconda elementare non può avere una frase razzista e volgare come questa». Nell’annunciare un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, Faraone ha dichiarato: «Quel libro di testo non va solo ritirato: quella casa editrice non può occuparsi della formazione dei nostri figli, delle scuse non ce ne facciamo niente».

Sorgente: corriere.it

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