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Restiamo umani. La tragedia del mare si consuma ogni giorno di fronte ai nostri occhi. Vite e corpi sacrificati attraverso leggi dello stato e accordi internazionali con i peggiori despoti. Urge un cambio di rotta

Alex Zanotelli

Stiamo morendo…» È l’urlo che arriva oggi, come un pugno nello stomaco, da uno dei barconi in avaria nel Mediterraneo. Non si può rimanere in silenzio davanti a quanto sta succedendo nel Mediterraneo, frutto amaro di scelte politiche scellerate sia da parte dell’Europa che dell’Italia. Non è umano restare insensibili di fronte a tanto dolore. È vergognoso che il corpo di un migrante incastrato in un gommone da oltre tre settimane vaghi per il Mediterraneo, senza che nessuno lo raccolga.

Non trattiamo così neanche i cani. Quel corpo vagante è lì per ricordare che in quel mare sono sepolti dai cinquanta ai centomila corpi di profughi. Come non ricordare la fotografia in fondo al mare di una mamma che stringe ancora la mano al suo bimbo. Stiamo assistendo in silenzio a un genocidio perpetrato dall’Europa che usa l’Italia per questa sua politica ‘necrofila’.

Ne è la riprova la visita a Tripoli , a metà luglio, della ministra degli Interni Lamorgese, che davanti all’uomo forte di Tripoli Al-Serraj, ha detto: «Confermiamo l’orientamento, già espresso dal governo italiano, secondo il quale l’impegno profuso dalla Ue nell’ambito dell’accordo con la Turchia possa e debba essere replicato nel quadrante centrale del Mediterraneo». In poche parole l’Italia si presta a fare quello che la Germania, a nome dell’Europa, ha fatto con la Turchia nel 2016 per bloccare il flusso dei profughi siriani.

QUELLO È STATO un patto criminale con cui l’Europa ha regalato sei miliardi di euro a un dittatore come Erdogan per trattenere in squallidi campi quattro milioni di rifugiati che vivono oggi nella disperazione. Ora l’Italia, sospinta dall’Europa, fa un patto con la Libia (un paese in piena guerra civile ) perché trattenga sul suo suolo gli oltre 650 mila profughi rinchiusi in orribili lager dove gli uomini vengono torturati e le donne violentate, ma anche per bloccare in Libia l’arrivo di centinaia di migliaia di disperati in fuga dal Sahel, uno dei nuovi focolai di profughi.

Per questo la ministra degli Interni si appresta a consegnare entro settembre a Tripoli, oltre i 30 SUV già consegnati, 17 ambulanze, 20 gommoni, 73 autobus nell’ambito di un accordo italo-europeo di 57 milioni di euro. Ma ancora più inaccettabile è il voto con cui il nostro Parlamento ha rifinanziato la Guardia costiera libica, responsabile di crimini senza numero. Il 16 luglio infatti la Camera ha votato per rifinanziare tutte le missioni militari internazionali. Si è votato a parte per rifinanziare la missione militare italiana in Libia e la Guardia Costiera libica.

Il quorum di 213 voti è stato raggiunto solo grazie ai voti del centrodestra perché la maggioranza (Pd,M5S, LeU, Più Europa) si è fermata a 206 voti: 23 parlamentari della maggioranza hanno votato giustamente No: 7 di LeU, 8 Pd, 5 del Gruppo misto, 3 del M5S. Zingaretti ha tradito quello che l’assemblea nazionale del partito aveva votato all’unanimità lo scorso febbraio, cioè di non rifinanziare la criminale guardia costiera libica. E Zingaretti , che aveva dato inizio al governo giallo-rosso promettendo «discontinuità», si ritrova oggi a portare avanti le stesse politiche del governo giallo-verde. Infatti la Guardia Costiera libica, solo nel mese di giugno, ha intercettato 1.500 disperati e li ha riportati nell’inferno libico.

E di fronte a questa grave situazione trovo incredibile che il governo italiano voglia vendere all’Egitto le fregate Fremm per un valore di oltre un miliardo di euro, in previsione della vendita di altre armi per nove miliardi di euro. L’Egitto userà queste armi per sostenere il suo alleato in Libia, il generale Haftar in guerra contro l’uomo forte di Tripoli da noi sostenuto. Il Parlamento egiziano ha già dato via libera al suo esercito per entrare in Libia. Altro che verità e giustizia per il nostro Giulio Regeni!

ALTRETTANTO grave è il fatto che la Guardia Costiera italiana continua a svuotare il Mediterraneo delle navi umanitarie. Dopo la Alan Kurdi, la Aita Mari e la Sea Watch, è toccato alla Ocean Viking bloccata a Porta Empedocle per delle sciocchezze. Libera e in procinto di ripartire è solo la Mare Jonio. Da quindici giorni il Mediterraneo è privo di soccorsi e di informazioni. Da qui si capisce che razza di politica migratoria il nostro governo sta portando avanti.

Mentre Alarm Phone continua a lanciare i suoi SOS dai barconi in avaria : oggi è l’ennesimo esempio di tanta disumana e brutale indifferenza. Noi invece continuiamo a gridare chiedendo al nostro governo l’abrogazione dei Decreti Sicurezza, del Memorandum Italia-Libia e del decreto che chiude i porti italiani per la Covid, nonché della SAR libica. E chiediamo altresì al governo Conte di smetterla di vendere armi all’Egitto, alla Turchia e alla Libia, ma che trovi finalmente una seria politica di vera cooperazione per permettere ai popoli impoveriti di rimettersi in piedi.

Sorgente: «Stiamo morendo» è l’urlo che arriva dai barconi del Mediterraneo | il manifesto

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