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Ponte Morandi a Genova, la Consulta: «Non  illegittimo escludere Autostrade dalla ricostruzione»

I giudici della Corte costituzionale hanno stabilito che non è stata illegittima l’esclusione di Autostrade per l’Italia dai lavori di ricostruzione del ponte sul Polcevera, stabilita dal governo con il decreto del settembre 2018

L’esclusione di Autostrade per l’Italia dai lavori di ricostruzione del Ponte sul Polcevera, a Genova, decisa dal governo, non è stata incostituzionale. A stabilirlo sono stati i giudici della Consulta. In merito alla decisione la Consulta ha chiarito che «la decisione del legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso».

I giudici erano chiamati a decidere sulla legittimità dell’esclusione di Aspi dalla ricostruzione dopo il crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018 per cause ancora non del tutto chiarite. Nel crollo morirono 43 persone. Nel settembre dello stesso anno venne varato un decreto – il numero 109, detto anche Decreto Genova – le cui linee portanti erano rappresentate dalla nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto, escludendo Aspi dalla possibilità di partecipare al ripristino dell’opera.

Aspi riteneva invece – in quanto società concessionaria del tratto autostradale che comprendeva il ponte Morandi – di avere l’obbligo di ricostruire il viadotto, in base a quanto previsto dalla convenzione. Ad Aspi fu invece fatto obbligo di pagare i lavori.

Autostrade per l’Italia aveva impugnato il decreto davanti al Tar della Liguria, che ha posto questioni di legittimità costituzionale che toccavano, tra gli altri, i parametri della ragionevolezza e non arbitrarietà delle decisioni assunte dall’esecutivo, di iniziativa economica e libertà di concorrenza e del giusto processo.

La trattazione, avvenuta in udienza pubblica, è iniziata nella tarda mattinata di oggi, mercoledì. Ad aprire l’udienza è stato il giudice relatore, Augusto Barbera.

La sentenza è giunta nel giorno in cui la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato una lettera inviata al commissario per la ricostruzione del ponte di Genova, il sindaco Marco Bucci, con la quale riaffidava la gestione del viadotto ad Autostrade per l’Italia, come previsto dalla Convenzione del 2007 che regola i rapporti tra lo Stato e la società controllata dalla famiglia Benetton.

«Autostrade per l’Italia, nel corso di questi due anni, ha supportato in ogni modo la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera facendosi carico della totalità delle spese di demolizione e costruzione», aveva dichiarato Autostrade per l’Italia in una nota. «Le risorse complessivamente erogate per Genova, sotto forme di indennizzi e sostegno a cittadini e imprese, sono pari a circa 600 milioni di euro», e la società ha realizzato un profondo e radicale cambiamento del suo management e di tutti i suoi processi aziendali».

 

Sorgente: corriere.it

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