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Nuovi contagi e focolai, le ordinanze dei governatori: alberghi sanitari, zone rosse e Tso

Timori per i contagi di chi torna dall’estero. Zaia: potenziare i controlli alle frontiere. Speranza: provvedimenti più severi

di Fiorenza Sarzanini

Ordinanze, denunce, ipotesi di nuove «zone rosse» sia pur limitate: i governatori corrono ai ripari per fermare l’emergenza legata ai nuovi focolai. E al governo chiedono di potenziare i controlli alle frontiere. Perché gli ultimi casi di contagio sono provocati soprattutto da chi proviene dall’estero, stranieri o italiani che varcano i confini per motivi di lavoro e al ritorno non rispettano l’obbligo di quarantena. Sono una ventina i focolai che provocano allarme, senza contromisure il loro numero potrebbe crescere velocemente.

La nuova emergenza

Dunque si interviene con i poteri che l’ultimo Dpcm firmato l’11 giugno scorso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assegnato nuovamente alle Regioni. Imponendo di poter allentare o stringere le misure proprio seguendo l’andamento della curva epidemiologica. Se domani il presidente del Veneto Luca Zaia firmerà un provvedimento per obbligare chi è positivo a rimanere in isolamento non escludendo la possibilità del Tso — il trattamento sanitario obbligatorio che impone il ricovero ai malati più gravi — quello della ToscanaEnrico Rossiha già provveduto. E ha previsto il trasferimento negli «alberghi sanitari» di quegli stranieri che vivono con molte persone e possono trasmettere il coronavirus a familiari e amici. «Oltre la metà di nuovi casi — chiarisce — sono concentrati su gruppi di persone immigrate da Paesi non Schengen e soprattutto originarie dall’Estremo Oriente e dall’America Latina dove il Covid 19 è molto aggressivo».

Farnesina e Asl

Le norme in vigore impongono due settimane di quarantena per chi arriva in Italia da svariati Paesi, ma concedono cinque giorni di tempo senza alcun obbligo a chi lo fa per motivi di lavoro. «La sensazione è che si siano allentati i controlli. È un tema nazionale da affrontare e chiarire», denuncia Rossi sottolineando come «i dipartimenti della prevenzione rilevano una difficoltà a far effettuare e controllare la quarantena». La Farnesina chiarisce che «le verifiche devono essere fatte sul territorio» e così sono moltissime le persone che sfuggono al monitoraggio.

Zaia e Speranza

Un problema che Zaia ha posto senza mezzi termini al titolare della Salute Roberto Speranza: «C’è bisogno di una vigilanza costante, io governo la Regione e non ho poteri nè mezzi per sorvegliare tutta l’Italia, nè di siglare accordi tra Stati o di fornire linee guida che invece sono compito dell’Oms. Eppure sarebbe semplice, le forze di polizia che effettuano i controlli alle frontiere devono trasmettere alle Asl l’identità di chi arriva. Soltanto in questo modo potremo evitare casi come quelli che abbiamo subìto in questi giorni». Zaia rivendica con orgoglio di aver gestito in maniera efficace una situazione drammatica come quella del Veneto «e adesso che siamo puliti non possiamo consentire a nessuno di mettere a rischio i nostri cittadini». Dunque, linea dura. E così nell’ordinanza ribadirà l’obbligo di denuncia per chi viola la quarantena, non escludendo nei casi più gravi la richiesta di contestare l’epidemia colposa con il rischio del carcere. Una linea sulla quale Speranza fa sponda: «Già oggi se una persona positiva non rispetta le norme è punibile con il carcere fino a 18 mesi. Stiamo lavorando in queste ore su come rafforzare queste misure».

Alberghi sanitari

Il provvedimento già firmato da Rossi si concentra soprattutto su quanto avviene all’interno delle comunità straniere perché «nelle ultime settimane i contagi da Covid-19, per quasi la metà dei casi, sono rappresentati da soggetti stranieri di varie etnie presenti sul nostro territorio e la trasmissione del virus è avvenuta prevalentemente all’interno di nuclei familiari e in situazioni dove si registra sovraffollamento». L’unica soluzione «per garantire il minore rischio possibile di contagio all’interno del nucleo» è rendere «obbligatorio l’isolamento presso un albergo sanitario che attualmente può avvenire soltanto su base volontaria». Saranno le Asl ad effettuare i controlli e le segnalazioni al Comune, subito dopo il sindaco disporrà il trasferimento.

sorgente: corriere.it

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