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La giunta del leghista Fedriga rimodula le risorse rivolte ai rifugiati: stop a corsi di lingua e formazione. La Caritas: “Integrazione più difficile”

Davide Lessi

TRIESTE. Gli ultimi sono stati fermati sabato mattina a Palmanova, in provincia di Udine. Erano ammassati in un camper. Ne hanno contati 32, tra cui due donne e due minorenni. La rotta balcanica – nonostante i rischi legati al contagio – continua a essere aperta: a essere percorsa da persone che sperano di raggiungere il confine italo-sloveno per raggiungere l’Europa.  Alla Caritas di Trieste ti raccontano di un giorno record, circa una settimana fa, con 170 arrivi. Ma proprio in queste ore la Regione Friuli-Venezia Giulia, governata dal leghista Massimiliano Fedriga, ha deciso di confermare il taglio ai fondi per l’accoglienza.

I programmi cancellati

Il Messaggero Veneto  spiega nel dettaglio il piano dell’assessore alle Politiche per l’immigrazione Pierpaolo Roberti:  non saranno confermati i corsi di formazione per gli operatori (100 mila euro), quelli di italiano per stranieri (350 mila), il sostegno all’integrazione scolastica (800 mila), il fondo per i rimpatri volontari (350 mila) e non sia stato stanziato il denaro necessario a prevenire i fenomeni di radicalizzazione (150 mila). Più che di taglio, spiegano le associazioni coinvolte, è giusto parlare di ricollocazione di stanziamenti visto che, in termini assoluti l’impegno della Regione Fvg, rimane uguale a quello dell’anno precedente. Anzi è leggermente aumento: le risorse del piano regionale passano da 6 milioni 417 mila euro del 2019, ai 7 milioni 150 mila del 2020. Ma vengono pressoché tutte indirizzate ai Comuni per l’accoglienza dei minori non accompagnati.“Così perdiamo il controllo sul fenomeno migratorio”
«I problemi legati al boom degli arrivi dei minorenni è serio», dice don Alessandro Amodeo che dirige la Caritas triestina. «Ed è importante che siano stanziati fondi aggiuntivi ma non capisco troppo la rimodulazione delle altre risorse. Anche perché già l’anno scorso si era deciso di tagliare le risorse in modo significativo». Amodeo, che con l’organismo pastorale della Cei garantisce accoglienza a quasi 500 migranti nel capoluogo giuliano, sembra preoccupato. «I corsi per gli stranieri che vengono tagliati avevano una duplice valenza: da un lato formativa, tant’è che conosco almeno quattro ragazzi che lavorano con contratto a tempo indeterminato nei pressi della curia. Dall’altro i corsi permettevano alle istituzioni di avere un certo controllo sul fenomeno migratorio: di sapere chi si perdeva durante il percorso di integrazione».

La visita di Lamorgese
Non più tardi di cinque giorni fa, durante la visita del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Trieste, il presidente Fedriga aveva illustrato «le criticità sempre maggiori che il nostro confine sta vivendo». Sottolineando un fenomeno nuovo. «Adesso si sta usando la nuova tattica di portare migranti irregolari (sic, nda) nei centri abitati lontani dal confine». Negli ultimi dieci giorni, secondo la prefettura locale, oltre 200 si sono spinti fino al territorio provinciale di Udine. Come successo sabato mattina quando 32 migranti stipati in un camper a Palmanova. Secondo l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) da inizio anno a fine giugno sono stati quasi 10 mila le persone che hanno cercato di attraversare i confini degli Stati balcanici per raggiungere l’Europa. 

 

 

fotografia: Un migrante sorride  mentre cammina con gli altri su una strada vicino a Idomeni vicino al confine tra Grecia e Macedonia del Nord. Quattro anni dopo l’evacuazione del campo di Idomeni, molti rifugiati stanno di nuovo percorrendo la rotta balcanica per arrivare in Europa

 

Sorgente: Il paradosso di Trieste: più arrivi dai Balcani, ma la Regione taglia i fondi per l’accoglienza – La Stampa – Ultime notizie di cronaca e news dall’Italia e dal mondo

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