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di Carmelo Lopapa

ROMA – Presidente Berlusconi, un “plotone di esecuzione” dietro la sentenza Mediaset: sono le parole del defunto giudice Franco. La Cassazione che l’ha condannata smentisce totalmente quella ricostruzione.
“Questa volta non sono io a dirlo. È l’estensore di quella stessa sentenza. Spero che questo convinca anche chi, in buona fede, ha creduto impossibile che in seno all’ordine giudiziario accadessero davvero cose di questo tipo. Fare chiarezza su fatti così gravi penso vada nell’interesse della credibilità della stessa magistratura: molti magistrati sono persone serie e perbene che non meritano di essere accomunate con quel gruppo di loro colleghi che si sono prestati ad operazioni politico-giudiziarie come quella condotta ai miei danni”.

Lei ne è stato sempre convinto. Ma quella sentenza è definitiva, passata in giudicato dopo tre gradi di giudizio. Non basta un audio a rovesciarla.
“Mi sembra del tutto anomalo che un processo palesemente basato sul nulla, su un reato che non è stato commesso – come è stato dimostrato in sede civile – e che comunque io non avrei potuto commettere, abbia potuto arrivare a tre gradi di giudizio”.

Il centrodestra chiede la sua nomina a senatore a vita. La sentenza è ancora valida. Come può esserci un ‘risarcimento politico’?
“Sono naturalmente onorato della proposta e grato a chi l’ha avanzata ma non sta certo a me dare valutazioni in merito. Vorrei però ribadire una cosa: io non chiedo rivalse o riparazioni personali, quelle le ho già ricevute dall’affetto e dalla stima di milioni di italiani. Ritengo invece che fare chiarezza sia davvero necessario non tanto nei miei confronti, ma verso gli elettori italiani. Per il resto, il mio impegno nelle istituzioni va avanti serenamente al Parlamento Europeo”.

Ha ricevuto ieri sera, come gli altri leader di centrodestra, l’invito del presidente Conte. Andrete?
“Sin dall’inizio della crisi Forza Italia è stata disponibile al confronto. Parteciperemo, insieme con Lega e Fdi, e consegneremo un dossier di proposte per la ripartenza”.

Per ripartire occorre utilizzare i fondi Mes, secondo voi. Salvini e Meloni li considerano una trappola dell’Europa, in grado di aprire le porte all’ingresso della Troika. Se foste al governo sarebbe un elemento di crisi.
“Su questo tema non è un mistero che abbiamo opinioni diverse dai nostri alleati. La nostra posizione è frutto della cultura liberale, europeista, occidentale, che solo noi rappresentiamo nel panorama politico italiano. Il centrodestra è un’alleanza, non un partito unico e non lo diventerà mai. Quindi è ovvio che vi siano differenze di vedute. Tuttavia siamo sempre stati capaci, nelle stagioni di governo, di fare una sintesi. Sono invece il governo e la maggioranza che devono fare chiarezza al loro interno e portare il Mes al voto in aula. Rinunciare per l’opposizione dei 5stelle ad uno strumento che avvantaggia l’Italia più di ogni altro paese in Europa sarebbe davvero imperdonabile. Significa 2.725 milioni per la sanità in Campania e 2.450 milioni in Puglia. Davvero possiamo rinunciarci?”

Voterete lo scostamento di bilancio, come avete già fatto? A quali condizioni?
“Noi non contrattiamo l’interesse degli italiani. Però vogliamo capire cosa intende fare il governo. Abbiamo già votato due volte gli scostamenti e siamo stati decisivi. Questa volta lo voteremo, senza porre condizioni, solo se avremo la garanzia che serva a dare ossigeno all’economia, liquidità alla produzione e ai consumi”.

Secondo lei, il governo Conte resisterà all’impatto della crisi economica d’autunno?
“Mi pare sempre più difficile, ma la voglia di sopravvivenza del ceto politico dei Cinque Stelle può fare miracoli. Il presidente Conte ha dato prova di sapersi destreggiare con abilità fra le contraddizioni della sua maggioranza. Peccato che tale abilità sia utile solo a lui e non all’Italia”.

La maggioranza ha numeri sempre più risicati. Pensa che altri senatori abbandoneranno, fino a far venire meno il sostegno al governo?
“Credo che fra i parlamentari, anche fra quelli della maggioranza, sia diffusa la consapevolezza del fatto che il paese su questa strada va incontro al disastro economico. Non escludo affatto che in alcuni di loro prevalga l’amore per la nazione rispetto agli interessi personali o di partito”.

In caso di crisi, voi invocate elezioni. Non pensa che invece, alla luce dell’emergenza economica, si creerebbero le condizioni per un governo di unità nazionale? Voi ci stareste?
“Non credo che ne esistano le condizioni e non credo servirebbe all’Italia un governo con forze politiche antitetiche fra loro. Noi e i 5Stelle, per esempio, abbiamo una visione diametralmente opposta su tutto. Se però in questo Parlamento si creassero davvero le condizioni per una maggioranza diversa, più efficiente, più rappresentativa della reale volontà degli italiani, andrebbe verificata, naturalmente prima di tutto con i nostri alleati”.

Contro il governo Conte intanto scendete di nuovo in piazza sabato a Roma. Ce n’era davvero bisogno, a un mese dal 2 giugno e con i focolai ancora attivi?
“Tutto si svolgerà rispettando rigorosamente le disposizioni sanitarie, com’è logico. Le manifestazioni di piazza sono una forma di partecipazione democratica che va sempre incoraggiata. In questo caso, si tratta di essere vicini alla parte più produttiva del Paese, che sta soffrendo gravemente”.

Presidente, con l’addio di Palazzo Grazioli si chiude un’epoca. Politica, ma anche della sua vita personale, forse. Come vive il trasloco nella villa di Zeffirelli sull’Appia?
“Con un certo stupore per il risalto dato a un semplice trasloco, privo di altri significati se non la scelta di stare in un luogo più tranquillo, in mezzo al verde, piuttosto che nel centro di Roma, bellissimo ma caotico e rumoroso. Per quanto mi riguarda non si chiude nulla”.

Sorgente: Berlusconi: “La crisi è grave. Pronti a entrare al governo con una nuova maggioranza” | Rep

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