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ROMA. Giuseppe Conte si rende conto che non è aggirabile la figura di Giulio Regeni. Vendere all’Egitto di Al-Sisi due navi da guerra, ha scatenato la reazione della famiglia, che si sente tradita, e di mezza maggioranza. Perciò, alla convocazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto del giovane ricercatore italiano, risponde: «Ho urgenza di chiarire, anche se mi dicono che non è usuale la convocazione del presidente del Consiglio».Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a sua volta scandisce in Parlamento: «Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni». Di Maio dice anche di più: «La vendita delle fregate all’Egitto è ancora da autorizzare». In realtà è un sottile equilibrismo lessicale. È sicuramente vero che manca l’ultima firma dell’organismo tecnico, la Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, che è presieduto da un ambasciatore, ma il via libera politico è stato rilasciato dal premier durante la telefonata del 7 giugno con il presidente Al- Sisi.Se ne era parlato al consiglio dei ministri del 5 giugno, su impulso di Di Maio, che si trova a dover gestire l’ultimo passaggio di un dossier finora gestito da palazzo Chigi. In quell’occasione, però, i ministri Roberto Speranza (LeU) e Dario Franceschini (Pd) hanno sollevato problemi di opportunità e quindi la discussione era stata aggiornata. Di Maio vi ha dedicato un criptico accenno quando ha parlato di «una valutazione politica che è in corso a livello di delegazioni di governo, sotto la guida del presidente del consiglio».

Sorgente: Maggioranza divisa sulle armi ad Al-Sisi, il governo è in stallo – La Stampa – Ultime notizie di cronaca e news dall’Italia e dal mondo

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