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Oggi la manifestazione del centrodestra in piazza del Popolo, a Roma. Subito dopo toccherà al movimento guidato dal generale Pappalardo

di PAOLO BERIZZI e CHIARA SPAGNOLO

C’è il network nero e filo-russo dei “Ragazzi d’Italia”. Ci sono i caporioni fascisti della capitale e c’è il “farmacista” che pubblicizzava un antivirale e adesso si è tolto la maschera e ha fondato un movimento che ha come simbolo l’ombra nera di un lupo che ulula alla luna. Ci sono esponenti dei clan criminali infiltrati nelle proteste (a Bari). E c’è il generale Arancione, Antonio Pappalardo: l’eversivo che vuole arrestare Conte e sogna il golpe di Stato. È anche a lui che guarda la destra che oggi scende in piazza del Popolo a Roma (e in altre 70 città).

La prima volta che a una parte politica viene in mente di manifestare nel giorno della Festa della Repubblica: e qui l’idea è stata di Matteo Salvini – che in queste ultime ore ha continuato a invitare i militanti ad esserci – e Giorgia Meloni, cui si è aggiunta Forza Italia con Tajani. Anche loro saranno in piazza del Popolo seppur in orari diversi rispetto ai gilet arancioni e ai ribelli di “Marcia su Roma”.

Dai troll alla piazza

“Sarà una manifestazione pacifica, ci auguriamo, ma non ci faremo mettere i piedi in testa”. Parole di “Aquila”, da Brescia. Uno dei coordinatori dei “Ragazzi d’Italia”. Chi sono? Una rete di estrema destra che sta abbracciando diverse curve degli stadi: da Verona a Roma, da Piacenza a Ascoli. Buona parte dei mille gilet arancioni accorsi in piazza del Duomo sabato scorso senza mascherina e con le braccia tese a acclamare Pappalardo, li hanno portati loro. Molti sono venuti da fuori Milano: Varese, Como, Sondrio, Bergamo.  Qualcuno anche da Veneto e Emilia Romagna. “Non ci aspettavamo così tanta gente”, ragiona un investigatore, “stiamo cercando di capire come si muovono i flussi e chi c’è dietro”.

Da Milano a Roma. Tre giorni dopo. Rieccoli oggi i nuovi forconi vestiti con i gilet catarifrangenti. All’assalto del 2 giugno. Ma da dove nasce la protesta? Chi ha reclutato gli “arancioni” di Pappalardo e, insieme a loro, i camerati di “Marcia su Roma”, di “Italia libera” (militanti di Forza Nuova), delle “mascherine tricolori” di CasaPound? Per capirlo è utile farsi un giro sui social. Alcuni profili parlano. La catena di questo “nuovo fronte nazionale” ha sponde inedite. L’ingaggio dei manifestanti ha viaggiato sui binari delle chat: con una filiera di troll molto attivi, e che da giorni – da quando intervenne in parlamento sul tema lockdown – ha tra i personaggi di riferimento Sara Cunial. Deputata eletta con i 5Stelle, poi espulsa, ora nel gruppo Misto. Nota per le crociate No vax, affezionata alle teorie del complotto, ora Cunial ha lanciato Resistenza 2020.

Nuova resistenza italiana 2020

Sono i complottisti sovversivi che hanno invitato gli italiani a violare la quarantena. E che adesso li aizzano contro il governo. Il leader e fondatore di “Nuova Resistenza Italiana 2020” si chiama Andrea Libero Gioia, romano. È un assistente di volo dell’Alitalia. La crociata è partita con un passaparola social e grazie ad associazioni collegate: The Walk of Change e AlbaMediterranea, presieduta da Orazio Fergnani, che di Gioia è mentore. Fergnani, originario di Latina, agente di commercio, ora teorico e paladino della “pandemia inventata”. I morti Covid di Bergamo e Brescia? Per Gioia e Fergnani sono colpa di inquinamento e vaccinazioni. Con le loro tesi i sobillatori del complotto hanno convinto molti: più di 10mila gli iscritti al gruppo Telegram.

Prova di forza

Ogni prova di forza ha i suoi protagonisti. Quando la sfida è in piazza, e ha a che fare con la rabbia, chi meglio dei capi ultrà? Mentre i “Ragazzi d’Italia” (promotori anche della manifestazione di sabato sempre a Roma) si preparano a inaugurare una campagna d’autunno fatta di eventi pubblici “ad effetto” – tutti giocati sulla crisi economica, rilanciati sul social russo VK e su un’emittente vicina alle posizioni del Cremlino che in questi giorni ha raccontato come una star Pappalardo – nelle prime linee delle piazze nero-arancioni si muovono capi e capetti fascisti. Forza Nuova, CasaPound, il Fronte Veneto Skinhead di Giordano Caracino (“Hitler ha fatto tante cose buone”).

La rivolta interna che sta svuotando il partito di Fiore (gli scissionisti hanno dato vita alla Rete delle comunità forzanoviste) non ha impedito a dei dirigenti storici di mettere il cappello su presìdi e cortei anti-governo. I camerati rispondono agli ordini di Giuliano Castellino e del veronese Luca Castellini, entrambi pregiudicati. CasaPound si è inventata l’emanazione “mascherine tricolori”: Davide Di Stefano e Massimiliano Pugliese (Municipio VIII) animano la scena romana, Angela De Rosa quella milanese. A comporre il quadro, altre sigle minori: Dignità popolare del “farmacista” col megafono Cristiano Aresu, Nuovo Ordine Italiano e Agiamo subito, che in Lombardia ha tirato su migliaia di fan.

I criminali baresi

Domenica 31 maggio, Bari. Davanti al teatro Piccinni, Pappalardo scalda una folla di 500 gilet arancioni. Ad applaudire ci sono anche pregiudicati. Tra i nomi di spicco, quello di Roberto Falco. È lui che ha preparato il terreno barese della protesta. Con video Fb e dirette a cui ha partecipato anche Pappalardo. I Falco sono una delle famiglie che dettano legge nel quartiere San Paolo: la Dda si è occupata di loro perché Angelo Falco, fratello di Roberto, già campione olimpionico di karate, entra poi a far parte di una banda che con assalti a portavalori ha seminato terrore in mezza Puglia.

Oggi Angelo gestisce una palestra, e Roberto capeggia il movimento dei gilet arancioni locali (10mila iscritti su Fb). Sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata tra i ribelli di Pappalardo lavora la Digos di Bari.

 

Sorgente: Lo strappo del 2 giugno. Salvini, Meloni, gilet, no vax: la destra occupa la piazza | Rep

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