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Nome tibetano ‘Qomolangma’ in mappa 1721 sotto imperatore Kangxi

(XINHUA) – CAMPO BASE DELL’EVEREST, 5 MAG – I ricercatori cinesi sono stati i primi a condurre rilievi sul monte Everest, la vetta più alta del mondo (8.848 metri), che compare su mappe dell’Impero cinese Qing già nei primi del Settecento.
“Le persone di etnia tibetana che vivevano nella parte meridionale del Tibet sono stati i primi a scoprire e a dare un nome alla montagna”, oltre ai nepalesi. Poi, dal 1715 al 1717, i topografi cinesi, hanno usato metodi scientifici per fare i rilievi e hanno segnato la montagna sulla mappa”, ha detto in un articolo pubblicato nel 1958 Lin Chao, un esperto di storia geografica e topografia scomparso.
Il nome tibetano Qomolangma per indicare il Tetto del mondo, è apparso per la prima volta nel 1721 nel Huang Yu Quan Lan Tu, l’Atlante dell’Intero Territorio Imperiale. La mappa fu realizzata durante il regno dell’imperatore Kangxi (1661-1722) della dinastia Qing (1644-1911).
“Kangxi si rese conto dell’importanza delle mappe durante la guerra, ma scoprì anche che a quel tempo non corrispondevano alla realtà, così ordinò che ne fosse fatta una nuova”, racconta Zhou Qian, senior researcher del Museo del Palazzo di Pechino. E così, nel 1715, l’imperatore inviò dei topografi in Tibet e questi portarono con loro quelli che erano gli ultimi strumenti di misurazione. I lori strumenti comprendevano un goniometro a semicerchio con quattro puntatori mobili, che rappresentavano la tecnologia di misurazione più avanzata dell’epoca. Il goniometro è conservato nel museo. Secondo Zhou, altri reperti del museo, compreso un quadrante di bronzo, indicano che i topografi che si erano recati in Tibet avevano tentato di effettuare misurazioni delle altezze.
La rilevazione del 1715 – spiega Zhou – è stata documentata in diverse fonti come Qing Shi Gao (tDocumenti della Dinastia Qing) e Qing Shi Lu (Documenti della Dinastia Qing), anche se l’atlante imperiale è la prova più diretta.
Nella sua ricerca, Lin afferma che le informazioni di longitudine e latitudine del monte Everest mostrate sull’atlante sono diverse dai risultati moderni, ma che la posizione rilevante è chiara. I tre rami delle montagne mostrati sulla mappa sono gli odierni ghiacciai Rongpo centrale, orientale e occidentale.
La ricerca di Lin e Zhou controbilancia le narrazioni che vedono gli occidentali come i primi ad aver studiato la montagna a cavallo del confine tra il Tibet e il Nepal. In un’indagine del 1850, alla vetta è stato attribuito il nome Everest in onore del britannico George Everest, topografo generale dell’India che guidò una squadra per studiare l’Himalaya.
Ma la mappa imperiale non fornisce indicazioni sull’altezza del ‘Tetto del mondo’. “I risultati completi della rilevazione della montagna sotto la dinastia Qing – spiega Zhou – non sono ancora stati trovati negli archivi pubblici, ma credo che, man mano che gli studi a questo proposito si approfondiranno, potremmo scoprire rilevazioni sulla sua altezza in futuro”.
“L’atlante è il più antico documento conosciuto sul rilievo del monte Qomolangma, e precede di 140 anni quelli dell’Occidente”, ha detto Zhou.
In lingua tibetana, Qomolangma rappresenta la dea madre. La montagna è conosciuta come Sagarmatha in nepalese.
Lo scorso 30 aprile la Cina ha iniziato un nuovo ciclo di misurazioni dell’altezza della vetta, nell’anno che segna il 65° anniversario dell’instaurazione di relazioni diplomatiche tra la Cina e il Nepal.
Raggiunto in vetta per la prima volta ne 1953 dal neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzing Norgay, quest’anno l’Everest celebra il 60° anniversario della conquista dal colle nord nel 1960, da parte di una spedizione cinese e il 45° anniversario dall’annuncio della prima volta che la Cina ha misurato con precisione l’altezza della vetta. (ANSA-XINHUA).

Sorgente: Monte Everest compare su carte imperiali cinesi già dal 1700 – Dalla Cina – ANSA

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