0 5 minuti 4 anni

di Ferdinando Giugliano

C’è un paradosso che sta strozzando l’economia italiana. Per anni, i politici si sono lamentati di non avere abbastanza fondi per soddisfare promesse di cui non si sentiva il bisogno. Ora che c’è assoluta urgenza di sostenere famiglie e imprese, il governo fa fatica a spendere i soldi che ci sono.

La maggioranza è consumata in dibattiti ideologici surreali su quali condizioni imporre ai piccoli e medi imprenditori perché possano accedere ai finanziamenti statali, o sull’opportunità di ricorrere ai prestiti agevolati del Meccanismo europeo di stabilità. Le vere domande da porsi sono invece perché l’Inps non riesca a erogare in tempo i sussidi per i lavoratori, e come superare i colli di bottiglia che impediscono di fare arrivare la liquidità alle aziende.

L’Italia ha scelto di imporre un lockdown tra i più duri d’Europa, secondo i dati della Blavatnik School of Government di Oxford. È stata una scelta legittima, che ha contribuito al forte contenimento dell’epidemia che osserviamo in questi giorni. Tuttavia, doveva essere chiaro da subito che questa decisione avrebbe avuto un impatto devastante sul tessuto produttivo italiano, che si poggia su piccole e medie imprese, molto vulnerabili a shock anche temporanei di liquidità.

Le istituzioni europee hanno preso in questi mesi delle misure impensabili fino a poco fa, che mettono il governo nella posizione di gestire più serenamente l’emergenza. La Banca centrale europea ha abbandonato molti dei limiti che si era imposta in passato, ed ha avviato una politica di acquisti di titoli di Stato massiccia, di cui l’Italia è la principale beneficiaria. In settimana, i ministri delle Finanze hanno dato via libera alla creazione di una linea di credito del Mes ad un tasso molto inferiore a quello di mercato, e con la sola condizione che venga usata per sostenere la sanità e per altre spese indirette legate alla pandemia. Ulteriori strumenti – come un possibile “Recovery fund” – sono in via di definizione, aumentando le opzioni a disposizione del governo.

A mancare fino ad ora è stata la sensibilità politica nel comprendere l’urgenza del momento, e la capacità amministrativa di erogare il prima possibile i soldi già stanziati. Il Partito democratico si contorce in dibattiti su come influenzare la politica industriale delle aziende – quando è evidente che lo Stato sta avendo serie difficoltà a gestire anche solo le sue attuali funzioni.

Il Movimento 5 Stelle si dilania sul Mes, definendolo da mesi uno strumento inadeguato, ma senza cogliere i profondi cambiamenti che ci sono stati nelle sue modalità d’intervento. Il risultato è che il pacchetto di aiuti ritarda, aumentando il numero di imprese che non riusciranno a riaprire.

Il governo a questo punto deve individuare le personalità più adatte e i percorsi più rapidi per gestire la sua capacità di spesa. Se le banche non sono in grado di emettere prestiti con la necessaria celerità, si ragioni su un taglio delle tasse o su maggiori trasferimenti. Se l’Inps e le regioni non sono in grado di gestire le domande di cassa integrazione che stanno arrivando, si riduca eccezionalmente il carico burocratico richiesto. Infine, invece di ingegnare nuovi strumenti di aiuto alle famiglie come il reddito di emergenza, si rafforzi il reddito di cittadinanza o i trasferimenti ai Comuni per le persone bisognose.

La risposta all’emergenza economica sarà il vero banco di prova del governo di Giuseppe Conte. A livello domestico, mostrerà ai cittadini se lo Stato è in grado di sostenerli dopo aver chiesto loro enormi sacrifici. A livello europeo, mostrerà agli altri Paesi se sappiamo fare buon uso della solidarietà che spesso invochiamo. La parte più dura della gestione del lockdown inizia ora.

L’autore è editorialista di Bloomberg Opinion

Sorgente: Incapaci di usare i fondi per il Covid | Rep

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20