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Nel continente era presente già 45 mila anni fa. Aumenta il periodo di convivenza con i Neanderthal. La datazione eseguita da un gruppo dell’Università di Bologna

di Paolo Virtuani

L’Homo sapiens (cioè noi) era presente in Europa almeno 45 mila anni fa. La conferma arriva da un resto fossile trovato nella grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria, la cui datazione precisa con la tecnica del radiocarbonio è stata effettuata all’Università di Bologna da un gruppo guidato dalla professoressa Sahra Talamo. L’importanza dello studio, coordinato da due scienziati del Max Planck Institute (Germania), è confermata dal fatto che la scoperta è stata pubblicata l’11 maggio da due prestigiose riviste scientifiche: Nature e Nature Ecology & Evolution.

Più tempo con in Neanderthal

La principale conseguenza della scoperta è che la presenza dell’Homo sapiens alle latitudini medie dell’Eurasia viene spostata all’indietro di ben 2 mila anni e si allunga di conseguenza anche la durata dalla convivenza tra i nostri antenati e i Neanderthal, che già popolavano il Vecchio continente da decine di migliaia di anni. Tra i reperti recuperati sono emersi oggetti in osso che ricordano quelli prodotti millenni più tardi dagli ultimi Neandertal in Europa occidentale: un elemento che conferma la teoria dei contatti e degli scambi, anche culturali, avvenuti tra le due specie.

Il sito

La grotta di Bacho Kiro è nota agli archeologici. Si trova ai piedi dei monti Balcani, non lontano dalla cittadina di Dryanovo. Già negli anni Trenta del secolo scorso furono trovati reperti umani e nel 2015 venne avviata una nuova campagna di scavi che ha consentito di portare alla luce nuovi e numerosi reperti tra i quali un dente e cinque frammenti ossei. Dall’analisi del Dna mitocondriale, gli scienziati sono riusciti ad attribuirli a H. sapiens. «L’analisi al radiocarbonio conferma che questi fossili risalgono alla fase iniziale del Paleolitico superiore e rappresentano quindi la più antica testimonianza diretta della presenza della nostra specie in Europa», spiega Talamo, docente al dipartimento di chimica, in una nota diffusa dall’Alma Mater Studiorum di Bologna. «Le datazioni sono state possibili grazie a un nuovo approccio al metodo del radiocarbonio, che ha permesso al nostro team di raggiungere una precisione mai ottenuta prima».

Sorgente: In Bulgaria i resti del più antico Homo sapiens in Europa

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