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Caso Gazzetta, giovedì tavolo...

In attesa dell’udienza sull’istanza di fallimento della Procura di Bari

Da ieri la Edisud, società editrice della «Gazzetta», ha perso anche l’ombrello del concordato fallimentare. La quarta sezione civile del Tribunale di Bari (presidente Simone) ha infatti preso atto della rinuncia all’istanza di ammissione a concordato preventivo depositata a dicembre a seguito del disimpegno del socio di minoranza Denver srl. Quello di ieri, per quanto un atto dovuto previsto dalla legge, potrebbe essere un ulteriore passo verso l’epilogo ormai annunciato.

Dieci giorni fa, come noto, la Procura di Bari ha infatti chiesto il fallimento di Edisud spa e della controllata Mediterranea spa (che possiede la testata «La Gazzetta del Mezzogiorno» e si occupa della raccolta pubblicitaria) a fronte della grave situazione economica e, soprattutto, dello stallo che si è creato dopo il disimpegno del socio di maggioranza, Mario Ciancio Sanfilippo.

Il Tribunale di Bari si pronuncerà l’8 giugno sull’istanza di fallimento della Procura di Bari (procuratore aggiunto Roberto Rossi, pm Lamberto Marazia e Luisiana Divittorio) che ha chiesto di autorizzare l’esercizio provvisorio, in maniera tale da non cessare le pubblicazioni e non disperdere il valore dell’avviamento che i consulenti Massimiliano Cassano e Michele Danz hanno valutato in 25 milioni di euro. Un tentativo di salvataggio, dunque, che dovrebbe auspicabilmente portare alla vendita degli asset attraverso la procedura fallimentare, dopo la nomina di uno o più curatori.

Giovedì, intanto, il Dipartimento per l’editoria di Palazzo Chigi ha organizzato un tavolo nazionale sul caso della «Gazzetta». L’iniziativa, nata su sollecitazione della Federazione nazionale della stampa, vedrà la partecipazione delle parti sociali (Fnsi e Fieg), dei rappresentanti dei ministeri (Lavoro e dello Sviluppo economico) e dei ministri pugliesi Teresa Bellanova e Francesco Boccia, oltre che le Associazioni della stampa di Puglia e Basilicata, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, i presidenti delle Regioni e Unioncamere. Al tavolo ministeriale è stato invitato anche l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, con il quale nei giorni scorsi si è già svolto un incontro che però non ha sortito effetti concreti.

Lo stato di grave incertezza è cominciato a settembre 2018 con il provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Catania. Tuttavia dopo che la Corte d’appello ha revocato le misure di prevenzione patrimoniale a carico di Mario Ciancio Sanfilippo, evidenziando l’assoluta mancanza di presupposti, l’editore catanese ha annunciato la volontà di disimpegnarsi dalla «Gazzetta» e ha mandato deserta l’assemblea dei soci convocata per la restituzione del giornale da parte degli amministratori giudiziali nominati dal Tribunale di Catania.

La Procura di Bari (che sulla vicenda ha aperto un fascicolo, per il momento senza indagati) a quel punto è dunque intervenuta per «scongiurare che oggi intervengano manovre speculative al ribasso» sul valore della «Gazzetta»: i debiti accertati sono complessivamente pari a 44 milioni di euro, ma il giornale rappresenta «un patrimonio culturale indispensabile del Sud Italia». La procedura di fallimento è dunque stata individuata come unica strada possibile per orchestrare il salvataggio del giornale.

Sorgente: Caso «Gazzetta», giovedì tavolo a Palazzo Chigi – La Gazzetta del Mezzogiorno

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