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L’Associazione italiana vittime del terrorismo nel giorno della memoria: «La verità è ancora lontana, non smettiamo di cercare»

ROMA. «Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all’apice dell’aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica». Lo afferma Sergio Mattarella nel Giorno della memoria per le vittime del terrorismo. «Respinta la minaccia terroristica – dice il Capo dello Stato –  oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini». «Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita – conclude – ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro».

Il fratello dell’agente di scorta: «Un uomo politico di quelli che non esistono più»
Nel giorno del ricordo del rapimento e dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristana e degli uomini della sua scorta parla anche il fratello dell’agente Raffaele Iozzino: «Sono passati 42 anni e non si può dimenticare. E’ così ancora oggi e sarà così sempre, perché quando era qui mi sentivo sicuro e so che ci ha lasciati per proteggere un uomo politico di quelli che non esistono più, e con lui i suoi principi che lo avrebbero portato a diventare un eccellente presidente della Repubblica. E’ questa, pensandoci bene, la consolazione che mi lenisce una ferita profonda quasi mezzo secolo». Ciro Iozzino racconta all’Adnkronos i due mesi di passione e ricordi che vanno dal 16 marzo, anniversario della morte del fratello e degli altri colleghi della scorta di Moro, ritrovato senza vita nel cofano della Renault 4 in via Fani: «Sono stati scritti libri, si è parlato tanto, eppure la verità è così lontana. Quest’anno non è stato possibile commemorare la morte di mio fratello, per colpa di questa pandemia, abbiamo fatto solo una preghiera a casa. Il giorno della sua morte e quello del ritrovamento del corpo di Moro sono gli unici due giorni in cui ci chiamano. Mi piacerebbe che le Istituzioni si ricordassero di noi familiari, non che ci riservassero un canale preferenziale, per carità. All’epoca siamo stati aiutati, oggi ho ancora due ragazzi a casa che con questa crisi non lavorano. Spero si aggiustino le cose, per tutti i ragazzi che qui rischiano di finire in mano alla malavita».

Chi era Aldo Moro

L’associazione vittime: «Verità ancora lontana, non smettiamo di cercare»
Secondo Roberto Della Rocca, ferito in un agguato dalle Br due anni dopo la morte di Aldo Moro (allora direttore del personale di Fincantieri, oggi presidente dell’Aiviter, l’Associazione italiana vittime del terrorismo), «la morte di Aldo Moro fu uno spartiacque terribile per la lotta al terrorismo. La verità ancora non è dietro l’angolo e sinceramente non so se ci arriveremo mai: è passato troppo tempo, ci sono state cose che sembrano inverosimili. Ma dobbiamo capire, sapere se sia stato un fenomeno endogeno, esclusivamente italiano, o se non sia stato anche un qualcosa che veniva da fuori, in termini di possibili mandanti».

Sorgente: Aldo Moro, il messaggio di Mattarella: “Una ferita insanabile della storia democratica” – La Stampa – Ultime notizie di cronaca e news dall’Italia e dal mondo

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